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La Grande Barriera Corallina subisce il terzo sbiancamento di massa in 5 anni

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Foto satellitare della Grande Barriera Corallina australiana. Credits: NASA
Foto satellitare della Grande Barriera Corallina australiana. Credits: NASA

La Grande Barriera Corallina sta affrontando il terzo evento di sbancamento di massa in cinque anni ed è uno degli eventi più diffusi mai registrati. La causa è attribuibile alle alte temperature medie dell’acqua; situazione legata al “cambiamento climatico antropogenico”.

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Torniamo a parlarvi della situazione in cui versa la Grande Barriera Corallina Australiana che come ben tutti saprete sta subendo l’impatto dei cambiamenti climatici ed in particolare dell’innalzamento medio della temperatura superficiale e dell’innalzamento medio del livello dell’acqua (e bene sì anche questo è un problema per i coralli in quanto l’innalzamento medio del livello li porta ad “affogare” ma di questo se volete ne parleremo a parte; fatecelo sapere se vi interessa).

Purtroppo le notizie rilasciate di recente dai ricercatori del progetto Coral Reef Watch della National Oceanographic and Atmospher Administration (NOAA) non sono rincuoranti: La Grande Barriera Corallina sta affrontando il suo terzo evento di sbiancamento di massa in cinque anni ed è, rispetto agli eventi record del 2016 e del 2017, più diffuso ma fortunatamente probabilmente sarà meno grave.

Vi ricordiamo che nel 2017 in riferimento all’evento di sbiancamento che la la grande barriera corallina australiana stava subendo, su National Geographic usciva una notizia che si intitolava in modo provocatorio: La grande barriera corallina australiana è stata dichiarata morta. Vi invitiamo a recuperare l’articolo dove commentavamo tale notizia (clicca qui).

La Grande Barriera Corallina subisce il terzo sbiancamento di massa in 5 anni

Sbiancamento dei coralli

Perchè un corallo “sbianca”? Sbianca perché a causa di condizioni fisico chimiche stressanti, vengono espulse le alghe simbiotiche, essenziali in quanto producono attraverso la fotosintesi i nutrienti per il corallo.

Non tutti i coralli che sbiancano muoiono, se le condizioni di stress non si protraggono per lungo tempo possono riprendersi riacquisendo le alghe simbionti.

Terry Hughes, una delle principali autorità mondiali sullo sbiancamento e sulla Grande barriera corallina, ha dichiarato: “Ora sappiamo abbastanza per affermare che questo evento è più grave di quello del 1998 e del 2002. Ma per confrontarlo con quello del 2016 e del 2017 dobbiamo aspettare ancora la sua evoluzione”.

Hughes è preoccupato per i coralli presenti nelle aree che non sono ancora state esaminate nel sud della Grande Barriera Corallina, perché ritiene che quella parte sia più sensibile allo sbiancamento.

La Grande Barriera Corallina subisce il terzo sbiancamento di massa in 5 anni

A preoccuparlo ulteriormente è l’aver riscontrato che alcune zone che nel 2016 e nel 2017 non avevano subito una grave evento di sbiancamento, adesso presentano almeno 10 scogliere gravemente sbiancate.

Non c’è tempo per il recupero

Il primo evento di sbiancamento di massa registrato è stato nel 1998, seguito dal 2002, per poi ripresentarsi nel 2016 e nel 2017, ultimo è quello di quest’’anno che è ancora in divenire.

Il divario tra un evento e l’altro si sta riducendo, non solo per la Grande Barriera Corallina Australiana, ma anche per le altre barriere presenti in tutti i tropici. Ciò è altamente importante da monitorare, in quanto ci vogliono circa dieci anni per permettere un recupero decente della barriera.

Riscaldamento globale

Il riscaldamento globale, causato dall’aumento della concentrazione dei gas a effetto serra nell’atmosfera, è una grave minaccia per le barriere coralline di tutto il mondo. Il gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici ha affermato che la maggior parte delle barriere coralline tropicali scomparirebbe anche se il riscaldamento fosse limitato a 1,5 ° C e sarebbe “a rischio molto elevato” a 1,2 ° C.

Attualmente la temperatura media globale rispetto al periodo pre-industriale è aumentata di circa 1 ° C. Limitare il riscaldamento sotto 1,5 ° C è l’unica speranza per un risultato accettabile per le barriere coralline.

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