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Grande Barriera Corallina: il quinto sbiancamento in 8 anni

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La Grande Barriera Corallina sta affrontando il quinto evento di sbancamento di massa in otto anni. Siamo seduti sull’orlo del peggior evento di sbiancamento nella storia del pianeta.

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Questi sono gli articoli che ogni volta che ci troviamo a scriverli ci fanno male, ma è fondamentale ogni volta prepararli e portarli alla vostra attenzione. Oggi torniamo a parlarvi della situazione in cui versa la Grande Barriera Corallina Australiana che, come ben sapete è fortemente stressata dai cambiamenti climatici. L’innalzamento della temperatura media superficiale e l’innalzamento del livello medio dell’acqua sono tra i principali fattori di stress per questo ambiente.

La Grande Barriera Corallina australiana può essere considerata, in senso lato, come un unico organismo vivente, che si estende per circa 2.300 km al largo della costa nord-orientale dell’Australia.

Copre un’area più grande delle dimensioni dell’Italia ed è composta da circa 3.000 singole barriere coralline.

È uno degli habitat più ricchi di biodiversità, arrivando ad ospitare un quarto di tutta la vita marina sulla Terra.

L’8 marzo 2024 la Reef Authority in collaborazione con l’Australian Institute of Marine Science (AIMS) ha dichiarato che la Grande Barriera Corallina sta subendo il suo quinto evento di sbiancamento di massa degli ultimi 8 anni.

La Grande Barriera Corallina ha subito eventi di sbiancamento di massa nel 1998, 2002, 2016, 2017, 2020 e 2022.

Prima di addentarci nel comunicato, due premesse, cosa è la Reef Authority e cosa comporta lo sbiancamento di massa.

Reef Authority

La Reef Authority è l’agenzia australiana per la gestione della grande barriera corallina australiana. Si occupa costantemente di monitorarne la salute, ponendo un maggior sforzo di supervisione durante il periodo estivo.

La Reef Authority è l'agenzia australiana per la gestione della grande barriera corallina australiana

L’estate nell’emisfero australe inizia canonicamente il 21 dicembre per terminare il 20 marzo.

Durante l’estate l’agenzia fornisce report settimanali sulle condizioni fisico chimiche e non solo. Ponendo una particolare attenzione sul monitoraggio della temperatura superficiale del mare, sugli eventi atmosferici, dei patogeni e sulle esplosioni demografiche delle stelle marine corona di spine. Dell’Acanthaster planci (corona di spine) ve ne abbiamo parlato in un articolo dedicato che potete recuperare qui.

Acanthaster planci (stella corona di spine)
Acanthaster planci (stella corona di spine)

E l’ultimo aggiornamento, del quale vi stiamo parlando oggi, è dell’8 marzo.

Perchè avviene il bleaching?

Il Bleaching o lo sbiancamento dei coralli è innescato da condizioni fisico chimiche ambientali stressanti per il corallo, tra cui: cambiamenti di temperatura, mancanza di nutrienti, cambiamenti nell’irraggiamento solare, attacco da parte di patogeni e organismi.

Nel corallo di fatto vengono espulse (o “scappano”) le alghe simbiotiche (Zooxantelle), essenziali per la sua sopravvivenza, in quanto attraverso la fotosintesi producono i nutrienti. Lasciando in vista il colore bianco dello “scheletro” (composto da carbonato di calcio).

A tal proposito vi suggeriamo di recuperare il nostro articolo Durusdinium: la zooxantella tollerante allo stress termico , dove vi parliamo in modo approfondito delle Zooxantelle.

Non tutti i coralli che sbiancano muoiono, se le condizioni di stress non si protraggono per lungo tempo possono riprendersi riacquisendo le alghe simbionti. Si ritiene che la causa principale degli eventi di sbiancamento sia attribuibile all’innalzamento della temperatura media oceanica.

Qui su DaniReef ne abbiamo parlato spesso dello sbiancamento dei coralli e se siete interessati a recuperare tali articoli potete leggere Scoperto evento di sbiancamento a profondità senza precedenti e poi ancora Sbiancamento dei coralli: lo studio globale che lo sta analizzando e poi Sbiancamento dei coralli nel reef a Bali in Indonesia in video. Giusto per citarne qualcuno, ma se cliccate qui sbiancamento, potrete approfondire tantissimi aspetti di questo enorme problema.

Il comunicato di venerdì 8 marzo 2024

Le indagini aeree condotte dalla Reef Authority in collaborazione con l’Australian Institute of Marine Science (AIMS) che coprono due terzi del Marine Park confermano che un diffuso evento di sbiancamento dei coralli si sta svolgendo in tutta la Grande Barriera Corallina. Le osservazioni sono state raccolte da oltre 300 barriere coralline costiere, midshelf e offshore, da Cape Melville a nord di Cooktown a nord di Bundaberg (confine meridionale del Marine Park). Alcune aree devono ancora essere esaminate”.

Interessante osservare che la Reef Authority ha affermato che i risultati di queste indagini sono coerenti con i risultati ottenuti dai modelli previsionali. È importante sottolinearlo in quanto questo ci fa capire come i ricercatori possono prevedere, con una certa accuratezza, attraverso i modelli, le conseguenze dei cambiamenti climatici.

A riprova di ciò a inizio settimana la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) ha affermato “Sembra che l’intero emisfero australe probabilmente subirà uno sbiancamento quest’anno… Siamo letteralmente seduti sull’orlo del peggior evento di sbiancamento nella storia del pianeta“.

I rilevamenti aerei sono, per forza di cose, limitati ad una visione superficiale delle condizioni della barriera corallina, infatti attraverso queste osservazioni i ricercatori hanno rivelato il prevalente sbiancamento dei coralli delle acque poco profonde. Adesso procederanno con una valutazione diretta in mare.

Dichiara l’agenzia che monitorare la salute della barriera corallina è uno sforzo che avviene per tutto l’anno, ed è fondamentale per capire cosa sta succedendo sulla barriera corallina in modo da poter indirizzare le azioni di gestione per proteggerla.

Conclusioni

Gli scienziati è dagli anni ’90 che ci avvertono su come le barriere coralline del mondo sarebbero state tra i primi ecosistemi ad essere colpiti dai cambiamenti climatici. Questo ennesimo evento di sbiancamento in corso sulla Grande Barriera Corallina segue il trend degli eventi simili che stanno avvenendo negli ultimi 12 mesi su tutte le barriere coralline del mondo. El Niño nell’Oceano Pacifico, ha causato l’aumento delle temperature superficiali del mare causando eventi di sbiancamento di massa in molte barriere coralline dell’emisfero settentrionale.

A luglio, il comitato del patrimonio mondiale (UNESCO) valuterà se la barriera corallina debba essere inserita in un elenco di siti “in pericolo” dopo le preoccupazioni per gli impatti del cambiamento climatico e dell’inquinamento e dei sedimenti che scorrono nelle acque della barriera corallina.

Il capo scienziato della Reef Authority, Dr Roger Beeden ha affermato “Il cambiamento climatico è la più grande minaccia per la Grande Barriera Corallina e le barriere coralline a livello globale”.

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