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Il riscaldamento degli oceani minaccia gli stock ittici

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Foto scattata al largo delle coste delle Hawaii. Fonte: AP Photo / Oregon State University, Bill Walsh, File

I cambiamenti climatici stanno influenzando negativamente i complessi sistemi che sono alla base degli stock ittici.

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In un nuovo studio “Impacts of historical warming on marine fisheries production” pubblicato la scorsa settimana su Science ( 1 marzo 2019), da un team di ricercatori coordinati da Christopher Free, uno studioso postdottorato presso la Bren School of Environmental Science & Management dell’Università di Santa Barbara, viene descritto come l’aumento medio della temperatura degli oceani possa influire in negativo sui complessi sistemi ecologici che sono alla base degli stock ittici.

Nel mondo accademico, e non solo, c’è molta discussione su come i cambiamenti climatici influenzeranno negli anni a venire  gli oceani e gli stock ittici del mondo, ma meno su come essi sono stati già influenzati. Queste informazioni retrospettive, tuttavia, possono aiutarci a capire quanto sia seria la situazione e su cosa dobbiamo concentrarci in questo momento per evitare ulteriori devastazioni.

La nuova ricerca offre questa preziosa prospettiva storica.

I dati storici

I ricercatori hanno esaminato i dati storici sull’abbondanza di 235 popolazioni di pesci ( 124 specie) in 38 regioni ecologiche in tutto il mondo, che rappresentano circa un terzo delle catture globali dichiarate, e hanno scoperto che, comparandoli con quanto fossero produttivi gli stock ittici nei periodi con temperature superiori alla media tra il 1930 e il 2010, le popolazioni ittiche globali sono diminuite del 4,1%, a causa dell’aumento medio delle temperature oceaniche.

La National Oceanic and Atmospheric Administration ha dichiarato che: “negli ultimi 50 anni  oltre il 90 percento del riscaldamento della terra si è verificato nell’oceano“.

I ricercatori hanno confrontato questi dati con le registrazioni della temperatura oceanica e hanno rilevato che l’8% delle popolazioni erano significativamente influenzate negativamente dal riscaldamento, mentre il 4% ha ricevuto un impatto positivo.


L’influenza del riscaldamento oceanico sui rendimenti massimi sostenibili di 28 stock ittici. 
Le cifre sopra lo zero che indicano un’influenza positiva e cifre sotto lo zero che indicano un’influenza negativa. Fonte dei dati: Free et al. (2019).

Ha affermato Christopher Free: “Siamo rimasti sorpresi di quanto le popolazioni ittiche di tutto il mondo siano già state colpite dal riscaldamento e che, tra le popolazioni studiate, i  perdenti  climatici prevalgono sui vincitori del clima“.

A seconda della regione

Sebbene i cambiamenti nella produttività della pesca siano stati finora modesti, vi sono ampie discrepanze regionali. Ad esempio, l’Asia orientale ha visto alcuni dei più grandi declini causati dal riscaldamento, con una riduzione del 15-35% della produttività della pesca.

Ha dichiarato Free: “Ciò significa dal 15 al 35 per cento in meno di pesce disponibile per il cibo e l’occupazione in una regione con alcune delle popolazioni umane in più rapida crescita nel mondo” .

Ha affermato Malin Pinsky, coautore dello studio e professore associato alla Rutgers University: “I pesci sono come i riccioli d’oro: a loro non piace acqua troppo calda o troppo fredda“.

Alcune specie di pesci rispondono meglio nelle acque più calde, come il branzino nero al largo della piattaforma continentale nord-orientale degli Stati Uniti, che è aumentato del 6% nel periodo di studio, ma questo singolare esempio non è motivo di festa.

Molte delle popolazioni studiate hanno una reazione negativa o positiva al riscaldamento, e anche per le specie che attualmente prosperano nelle acque più calde, poiché il riscaldamento aumenta – come previsto – questi benefici potrebbero esaurirsi quando le specie raggiungeranno la soglia massima di temperatura“.

Ha affermato Chris Free: “Queste popolazioni che hanno vinto non saranno vincitrici per sempre“.

La pesca eccessiva

I ricercatori hanno scoperto che la pesca eccessiva, un’altra importante minaccia globale, combinata con gli effetti negativi causati dal riscaldamento medio delle acque rende le popolazioni più vulnerabili ai cambiamenti di temperatura, danneggiando la loro capacità di riprodursi e danneggiando i loro ecosistemi.

Ha affermato il coautore dello studio Malin Pinksy: “E’ stato come un uno-due. Se la pesca già li butta giù, poi hanno meno possibilità di reagire al caldo. Quando Chris mi ha portato questi risultati ero davvero sconvolto. Sapevamo che gli animali si vanno spostando verso altri luoghi, ma non mi ero ancora reso conto che stesse già influenzando la capacità di queste popolazioni di pesci di riprodursi“.

Questi declini, avranno un grande impatto sui 3 miliardi di persone che si affidano al pesce come fonte primaria di proteine ​​e al 10% che si affida alla pesca per il proprio sostentamento. È un’industria da 100 miliardi di dollari il cui collasso avrebbe un enorme effetto a catena in tutto il mondo.


illustrazione tratta dal libro del CNR “micro&Macro Mare: dalle alghe alle balene”

Conclusioni

È da considerare che questi cambiamenti osservati si sono verificati in acque dove la temperatura media è aumentata di mezzo grado Celsius. Eppure “le proiezioni per il futuro prevedono più di tre volte quell’aumento“. È più importante che mai prendere misure drastiche ora per assicurarsi che la situazione non peggiori.

Prevenire la pesca eccessiva sarà una parte fondamentale per affrontare la minaccia che il cambiamento climatico pone alla pesca mondiale.

Ha spiegato Free: “Questi risultati sottolineano l’importanza di tenere conto degli effetti dei cambiamenti climatici nella gestione della pesca. Ciò significa trovare nuovi strumenti per valutare le dimensioni delle popolazioni ittiche, nuove strategie per stabilire limiti di cattura che considerino il cambiamento della produttività e nuovi accordi per la condivisione delle catture tra regioni vincenti e perdenti. Sapere esattamente come cambieranno le attività di pesca nel futuro riscaldamento è una sfida, ma sappiamo che non adeguarsi al cambiamento della produttività della pesca si tradurrà in meno cibo e meno profitti rispetto ad oggi“.

Free ha anche sottolineato che il riscaldamento degli oceani è solo uno dei tanti processi che interessano la vita marina e le industrie che ne fanno affidamento. L’acidificazione degli oceani, il calo dei livelli di ossigeno e la perdita di habitat influenzeranno anche la vita marina. Sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere appieno come i cambiamenti climatici influenzeranno le popolazioni ittiche e il sostentamento delle persone che dipendono da loro.

Journal Reference:

Christopher M. Free, James T. Thorson, Malin L. Pinsky, Kiva L. Oken, John Wiedenmann, Olaf P. Jensen. Impacts of historical warming on marine fisheries productionScience, 2019 DOI: 10.1126/science.aau1758

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