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La guida definitiva dei NanoReef con metodo berlinese

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Rabbocco automatico

È fondamentale nel nanoreef in quanto in una vasca così piccola l’evaporazione è maggiore rispetto alle vasche più grandi (parliamo in proporzione naturalmente). Rabboccare a mano, seppur frequentemente, crea sbalzi di salinità che non verrebbero affatto graditi dagli ospiti in vasca.

Digital Level Controller II della Elos
Digital Level Controller II della Elos, sicuramente uno dei migliori (e più costosi) sul mercato

Riscaldatore

I nanoreef sono facilmente soggetti a sbalzi di temperatura avendo una minore massa d’acqua e una maggiore superficie rispetto al volume (ciò vuol dire che si raffreddano più in fretta rispetto ad un acquario più grande). Considerate quindi di acquistare un riscaldatore potente (2 watt per litro d’acqua) perché questo possa rispondere velocemente ai cambiamenti di temperatura. Vista l’economicità di un riscaldatore potete prenderne anche uno sovradimensionato: il termostato regolerà la temperatura ed il consumo di corrente elettrica sarà identico ad uno meno potente, in quanto il riscaldatore più potente consuma di più, ma sta acceso per un tempo minore.

Riscaldatore Eheim
Riscaldatore Eheim, con termostato incorporato

Salinità

Come per tutti gli acquari marini di barriera la salinità dovrebbe essere tenuta al 35 per mille, ossia 35 grammi di sale ogni mille grammi totali (cliccate qui per saperne di più). Ciò non vuol dire che per ogni chilogrammo d’acqua noi dobbiamo aggiungere 35 grammi di sale, ma che se noi prendessimo un chilogrammo d’acqua salata e la lasciassimo evaporare ci troveremmo con 35 grammi di sale e 965 grammi d’acqua sarebbero evaporati. Per mantenere la corretta salinità bisogna rabboccare costantemente l’acqua evaporata e fare cambi d’acqua utilizzando acqua di salinità identica. Nel tempo però potrebbe pian piano variare e per questo è utile monitorarla di tanto in tanto. Nel caso la salinità non sia corretta conviene riportarla al valore ottimale molto lentamente e non in modo improvviso. Una salinità vicina allo standard (e quindi a quella che tengono i negozianti) ci permette inoltre di minimizzare lo shock che diamo agli animali quando li inseriamo nell’acquario.

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sale marino prima del cambio

Sump

Perché no? Anche l’acquario più piccolo potrebbe nascondere una sump all’interno del mobile. Nonostante la tecnica sia molto limitata anche lo spazio in vasca lo è e la sump è un ottimo modo per massimizzarlo. Al contrario di quanto succede in acquari più grandi non è però assolutamente necessaria, anche se molto comoda.

Elos System Mini con sump dedicata
Elos System Mini con sump dedicata

Test dell’acqua

Test dei nitrati di marca Elos
Test dei nitrati di marca Elos recensiti anche qui su DaniReef

Uno dei costi importanti dei nanoreef sono proprio i test dell’acqua. Infatti questi costano esattamente come per acquari più grandi. Per creare la primissima acqua avrete già bisogno di rifrattometro e termometro. Per monitorare la maturazione e il corretto funzionamento della vasca servono i test per misurare nitriti, fosfati e nitrati. Calcio, magnesio e durezza carbonatica per i coralli duri. Si possono poi misurare un’infinità di altri valori, arrivando perfino ai test Triton o ai test Fauna Marin. Quelli qui elencati sono solo quelli assolutamente indispensabili.

Vasca

Nanoreef presentato all'interzoo di Norimberga nel 2014
Nanoreef presentato all’interzoo di Norimberga nel 2014

Spesso viene riciclata da un vecchio acquario dolce, ma il coperchio e l’illuminazione non sono compatibili col marino, il primo va eliminato e la seconda sostituita. Altrettanto spesso si vedono invece soluzioni a forma di cubo, se siete decisi sulle proporzioni migliori forse potete prendere qualche idea da qui. In ogni caso qualsiasi vasca sotto i 100 litri è considerata nanoreef anche se la gestione di alcuni nanoreef può essere praticamente identica a quella di vasche più grandi.

 

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5 COMMENTS

  1. Ciao Simone,
    ottima guida, hai dimenticato di menzionare il miglior abitante per un nanoreef (meglio un picoreef) il Lybia Tessellata (aka granchio pugile o granchio pon pon).
    Per il resto trovo tutto impeccabile, anche il libro suggerito è molto valido.
    ^_^

    • Ciao Hkk.2003,

      grazie dei complimenti e sentiti libero di aggiungere altri commenti e osservazioni, il titolo lo trovo esagerato, la guida non è definitiva, è un punto di partenza, visto che anche in 60 litri non si smette mai di imparare… Quindi se potete arricchirla o se avete qualche dubbio rispondete pure!

      ps. il libro consigliato è un’idea di danilo 😀

      • Mi inviti a nozze in quanto c’è un punto che secondo me non è chiaro della tua guida.

        Non condivido la frase “Le rocce inoltre dovrebbero avere un certo spessore”.
        Posso immaginare che tu voglia indicare la necessità di usare rocce e non frammenti, ma non vorrei che la frase venisse travisata e che qualcuno decidesse di allestire un 30 litri con un unico masso!
        Ci terrei a precisare che le rocce devono essere molto porosa e ricche di insenature. Una roccia cava è da preferire ad una piena in quando offre una maggiore superficie colonizzabile.

        All that IMHO 😉

        • Si, vero sulle rocce, però più ci sono zone lontane dalla superficie, maggiori sono le possibilità che si creino zone anaerobiche, e questo in rocce piccole non può avvenire. Quindi io, personalmente, sono d’accordo con quanto scritto nella guida da Simone.

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