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Come curare un pesce malato colpito da Cryptocaryon, Oodinium o similari

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Acanthurus japonicus colpito da Cryptocaryon irritans o malattia dei puntini bianchi
Acanthurus japonicus colpito da Cryptocaryon irritans o malattia dei puntini bianchi

In verità sul titolo ho barato un po’. Non vi posso dire come curarlo nel vero senso della parola, ma posso dirvi come si possa riuscire ad uscire indenni da situazioni quasi disperate.

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Partiamo dall’inizio. Il Cryptocaryon irritans è un protozoo ciliato che in questo caso diventa un parassita per i pesci marini. L’Oodinium invece è un dinoflagellato parassita unicellulare dei pesci di acqua dolce e marina. Il primo si chiama anche malattia dei puntini bianchi, il secondo la malattia di velluto. Questo per la specificità della manifestazione della malattia sul pesce.

La verità è che però entrambe queste “malattie“, chiamiamole così, possono essere evitate o combattute quando si abbia un pesce in salute. Inoltre la nostra esperienza ci mostra come spesso sia il Crytpocaryon che l’Oodinium siano la manifestazione di un disagio latente nei pesci. Possiamo accomunare queste malattie alla manifestazione della febbre nell’uomo. Non è quasi mai la febbre il problema, ma la patologia che l’ha generata.

Da qui discende la prima caratteristica fondamentale che i nostri acquari marini devono avere. Devono essere essi stessi degli ottimi ambienti per i pesci che andremo ad ospitare. Un acquario sano, con valori chimici perfetti, con adeguati nascondigli e spazi per i vari pesci ospitati, senza sbalzi di valori chimici, difficilmente svilupperà una di queste patologie.

Cosa possiamo fare contro Cryptocaryon ed Oodinium

La cura del nostro acquario è quindi il primo passo fondamentale per ospitare dei pesci marini in salute. Il secondo passo è ospitare solo pesci che possano effettivamente coesistere in armonia. Se ad esempio inserissimo uno Zebrasoma flavescens in un acquario marino da 100 litri sarebbe molto probabile che esso si ammali. Una competizione fra pesci simili può farne ammalare uno, come ad esempio un Acanthurus leucosternon ed un Acanthurus japonicus in un acquario da 200 litri potrebbe facilmente portare allo sviluppo della malattia. Uno sbalzo di temperatura improvviso, e così via.

Acanthurus leucosternon con alcuni protozoi di Cryptocaryon irritans probabilmente sviluppatisi dopo una sfregamento contro le rocce
Acanthurus leucosternon con alcuni protozoi di Cryptocaryon irritans probabilmente sviluppatisi dopo una sfregamento contro le rocce

Da questo ragionamento discende che il pesce sano è perfettamente in grado di respingere questi parassiti. Un pesce, anche solo parzialmente stressato, invece non ci riesce. Per questo pescare un pesce per trattarlo a parte in una vaschetta con bagni di osmosi e/o trattamenti a base di rame potrebbero indebolirlo fatalmente a causa della concomitanza dello stress.

A questo punto intervengono i cosiddetti rimedi naturali che possono aiutare un pesce a recuperare la forma.

Il mangime arricchito

In caso di malattie, come succede per noi umani, bisogna aumentare la somministrazione di cibo, possibilmente ad alto contenuto proteico. Voglio dire vanno bene i mangimi a base vegetale, ma quelli ad alto contenuto proteico sono meglio ed aiutano. Se poi i mangimi contenessero anche aglio e vitamine sarebbe ancora meglio. In caso non li contengano si potrebbe ovviare con aglio spremuto e vitamine liquide da versare sul granulato prima della somministrazione.

Come vitamine potete usare quelle normalmente in commercio, oppure andare a comprare Idroplurivit per bambini in farmacia. In genere quello che trovate più semplice da reperire. Non che uno sia meglio dell’altro. L’aglio invece sapete dove rimediarlo… spero.

mangime del dott. Bassleer's forte per pesci debilitati

Oppure uno dei mangimi che consiglio normalmente in questi casi è il Mangime del Dr. Bassleer’s forte. Un mangime addizionato di aglio, vitamine, ed incredibilmente proteico. Un mangime da usare per non più di una settimana al mese in via preventiva, o da usare durante l’infezione.

Normalmente con l’acquario in salute, e con una alimentazione arricchita si riesce ad arginare fortemente il problema se non a risolverlo totalmente.

Altre cose che possiamo fare

In un acquario di coralli è difficile agire sull’ecosistema, ed anche la somministrazione di prodotti a base di rame potrebbe, ripeto potrebbe, portare a miglioramenti sui pesci ma eliminare quasi completamente gli invertebrati contenuti in acquario.

Acanthurus leucosternon con Oodinium ocellatum sulla pelle
Acanthurus leucosternon con Oodinium ocellatum sulla pelle

Alcuni suggeriscono di alzare la temperatura a circa 28 gradi. Per l’Oodinium è tendenzialmente inutile, visto che morirebbe solo a 34 gradi per 36 ore, una temperatura che però rischia di schiantare prima il nostro povero pesce già debilitato. Per il Cryptocaryon invece si otterrebbe un più veloce metabolismo con le quattro fasi di malattia che avverrebbero più velocemente. Le fasi del Crypto infatti sono parassita, dissociazione, riproduttiva infettiva. Se il pesce si sta riprendendo ogni fase avrà meno parassiti della fase precedente. Aumentare la temperatura avvicinerà le fasi fra loro. Ma, onestamente ed a mio avviso, non abbiamo un miglioramento delle cose. Siamo solo più veloci, e non è detto che questo sia un bene per i pesci.

Continua e finisce a pagina 2 con i pesci, i gamberi utili e le nostre ultime parole

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