
Pare che Reef Factory, la popolare azienda polacca, abbia dichiarato bancarotta nei giorni scorsi, e che ieri la cosa sia diventata di dominio pubblico. Vediamo cosa succederà ora.
Reef Factory, azienda polacca specializzata in dispositivi smart per acquari marini, ha recentemente presentato istanza di fallimento. La notizia è stata confermata da fonti ufficiali, tra cui il Krajowy Rejestr Zadłużonych (Registro Nazionale dei Debitori) della Polonia, dove è stata registrata la procedura di insolvenza. La società, fondata nel 2019, si era rapidamente affermata nel settore grazie a una gamma di prodotti innovativi, tra cui pompe dosatrici intelligenti, sistemi di monitoraggio dei parametri dell’acqua e l’applicazione Smart Reef per la gestione remota degli acquari. Nel 2022, Reef Factory aveva ottenuto un finanziamento di 3 milioni di euro da investitori polacchi, con l’obiettivo di espandersi ulteriormente nel mercato globale.
Le passività di Reef Factory ammontavano nel 2023 a 8.742.740 PLN (circa 2 milioni di euro). A titolo di confronto, il valore dei beni ammontava a 15.118.870 PLN (circa 3,5 milioni di euro). Il rapporto tra passività e attività (rapporto debito/reddito) era del 58%.
E’ ovvio che in questo momento tutti gli utilizzatori di Reef Factory siano estremamente preoccupati, soprattutto perché il sistema funziona interamente su cloud, e quindi tutti hanno paura che in breve tempo non funzionerà più nessun dispositivo Reef Factory.
Ma facciamo un passo indietro. Protasewicz Marek, proprietario di Reef Factory, ha recentemente scritto sul gruppo Reef Factory Family su FaceBook “Ciao team, State tranquilli: i server sono sicuri e continueranno a funzionare. Stiamo ultimando alcuni aspetti rimanenti e condivideremo un aggiornamento completo non appena tutto sarà pronto. Puntiamo ad avere tutti i dettagli nei prossimi giorni. Cordiali saluti. Marek” chiudendo però i commenti al post.

Due mesi di tempo per i server
Noi possiamo confermare questa cosa. I server continueranno a funzionare senza alcuna interruzione e si stanno vagliando soluzioni alternative per uscire presto dalla bancarotta. Ci sono due mesi di tempo prima che i server possano essere spenti, con tutto l’interesse dell’azienda di trovare qualcuno che possa sistemare i problemi sopraggiunti.
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