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BEA Bio Engineering Aquaculture qualità al primo posto conosciamola

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Scopriamo le aziende: BEA con intervista a Nicola Lo Duca

Incontriamo BEA – Bio Engineering Aquaculture. Cominciamo oggi con una nuova rubrica che si prefigge di andare ad incontrare e conoscere meglio le aziende che si occupano di acquariofilia.

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Noi crediamo fermamente che sia importante conoscere le varie aziende che operano nel nostro hobby. Per cui abbiamo iniziato questa nuova rubrica che si prefigge lo scopo di andare a casa delle aziende a fare loro alcune domande. Con lo scopo di conoscere meglio le aziende e la loro filosofia. Non parleremo di prodotti, come vedremo, ma di tutto il resto.

Abbiamo scelto di iniziare con una azienda che possiamo definire artigianale e che è assolutamente molto particolare. Parliamo di BEA, acronimo per Bio Engineering Aquaculture. Se non la conoscete (ancora) non vi sveliamo nulla, ma vi lasciamo alle parole di Nicola Lo Duca, che si è prestato a questa nostra intervista.

Il nostro format prevede 9 domande a risposta aperta, e 12 domande veloci che invece non prevedono una discussione. Due modi per conoscere meglio azienda e filosofia. Ci piacerebbe però conoscere alla fine cosa pensiate di questa rubrica, se vi piace, e se possiamo migliorarla in qualche modo. Abbiamo altre idee in cantiere, per cui rimanete collegati ed avrete delle belle sorprese.

Di cosa si occupa nello specifico la vostra azienda?

Ci occupiamo di acquacoltura marina ornamentale, nel maggior numero possibile di  declinazioni, con un particolare occhio di riguardo per ecosostenibilità. Dalla formulazione e produzione di alimenti, integratori ed altri prodotti di consumo, all’allevamento di specie marine autoctone e tropicali, alla partecipazione a progetti di tutela e ripopolamento.  

Le nuove vasche nella struttura du BEA - Bio Engineering Aquaculture

Come e perché è nata la vostra azienda? Ci raccontate la vostra storia?

Sono appassionato di acquariofilia fin dall’infanzia, ho scoperto questo mondo nel ’97 e ho capito subito che non avrei voluto fare altro. Sono sempre stato un bambino “strano” e solitario: visceralmente curioso, costantemente chino sui libri, chiuso nel mio mondo fatato da piccolo alchimista. Ho passato gran parte dell’infanzia e dell’adolescenza ad avvelenarmi gioiosamente e senza nessuna ragione valida, al solo scopo di portare avanti esperimenti di biologia, fisica e chimica organica, che probabilmente interessavano solo me. Liceo scientifico sperimentale, qualche anno di biologia marina, poi la scelta di trasferirmi in Acquacoltura ed ittiopatologia, sotto medicina veterinaria di Bologna.

Finiti gli studi, mi sono trasferito nell’isola di Vulcano, nell’arcipelago Eoliano, dove (grazie all’aiuto di colleghi, amici e familiari), abbiamo realizzato il primo progetto pilota di allevamento di specie marine ornamentali, sul quale ho basato la mia tesi di laurea. Inizialmente il nostro obiettivo era di lavorare esclusivamente con “il vivo”, sviluppando e stilando protocolli di riproduzione ed allevamento di specie innovative.  Con il tempo abbiamo capito che per portare avanti con successo i progetti di riproduzione selezionati, avevamo la necessità di lavorare con prodotti di qualità superiore: alimenti ed integratori industriali non permettevano di raggiungere i risultati voluti. Abbiamo quindi cominciato a sviluppare diversi prodotti specifici per il nostro uso interno, e dopo avere visto i risultati e la differenza abissale rispetto ai prodotti industriali, abbiamo fatto provare alcuni dei prodotti a colleghi ed operatori del settore, che ne sono rimasti entusiasti. E insomma, a forza di “devi assolutamente metterli in commercio, sono eccezionali..”, eccoci qui.

Lo staff al completo di BEA - Bio Engineering Aquaculture
Lo staff al completo di BEA – Bio Engineering Aquaculture

Come vedete la vostra azienda fra 10 anni?

In tutta sincerità per i prossimi 10 anni, mi piacerebbe portare a compimento gli altri (numerosi) progetti che abbiamo in cantiere, ma per quanto riguarda BEA non ci interessa altro, siamo dove volevamo essere. Nonostante le richieste siano moltissime e ci costringano a produrre molto frequentemente, non saremo mai un’azienda basata sul modello industriale. Non ci interessa fare numeri, giocare sul prezzo, produrre massivamente.  Ci troviamo bene nella nostra nicchia, il nostro interesse è unicamente di proporre prodotti di qualità superiore, per applicazioni avanzate. Per fare le cose bene ci vuole passione, pazienza, dedizione, cura, sacrificio. Crediamo saldamente che solo una produzione artigianale possa garantire il massimo controllo di tutti i processi di produzione, la massima cura nei dettagli, e di conseguenza un prodotto finito di livello superiore.

Alcuni prodotti in vendita sul sito di BEA
Alcuni prodotti in vendita sul sito di BEA

Quale è la vostra filosofia di pensiero sull’acquariologia, e sul vostro operato in relazione al nostro hobby?

Il motore che muove tutti i nostri progetti è un desiderio di contribuire a migliorare il settore dell’acquacoltura alimentare ed ornamentale, in particolare da un punto di vista di ecosostenibilità ed ecocompatibilità.
Se la prima “applicazione pratica” di questo nostro obiettivo è stata la riduzione dei prelievi in natura e la conservazione delle specie minacciate attraverso progetti di ricerca, allevamento e tutela, in realtà questa filosofia di pensiero stinge in tutto quello che facciamo.
Abbiamo scelto un packaging ecosostenibile e basato (per quanto possibile) sull’impiego di materiali derivanti da fonti rinnovabili, ridotto al minimo sindacale l’utilizzo di materiali plastici, ci siamo sforzati di ridurre il peso degli imballaggi e di selezionare materiali con ridotto volume di trasporto, ci siamo imposti di non commercializzare resine polimeriche e materiali di sintesi non riciclabili, abbiamo selezionato fornitori a Km 0, scelto ingredienti UE di origine controllata, di grado alimentare (per uso umano), quando possibile da coltivazione biologica. Allo stesso modo abbiamo bandito le farine di pesce e selezionato fornitori che rispettassero i codici di condotta FAO per la pesca responsabile.
Potrei continuare per ore, curiamo maniacalmente questo genere di dettagli, gli interventi e le correzioni fatte negli anni sono davvero innumerevoli. Crediamo fortemente che: nonostante sia fondamentale che gli sforzi siano fatti da tutti, le aziende dovrebbero essere le prime a dare l’esempio.

Scolimie
Scolimie

L’intervista continua e finisce nella pagina seguente… non perdetevi le nostre domande veloci.

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