Recentemente lo zoo di Zurigo ha ristrutturato la sua sezione acquari (aperta il 28 Settembre 2016). Rispetto alla precedente gestione dello spazio le vasche sono diminuite di numero ed aumentate di grandezza.
Infatti ora questa sezione ospita otto acquari, di cui quattro di acqua dolce, tre di acqua salata e uno di acqua salmastra. Se vi ricordate dell’articolo scritto qualche anno fa sull’acquario del Masoala, esso si trova in un’altra zona, e non è quindi stato toccato dalla ristrutturazione.
Visto che descrivere tutti gli acquari sarebbe impossibile abbiamo deciso di non parlarvi né dei Piranha né dell’anguilla elettrica che vive ormai da trent’anni allo zoo e nemmeno dell’acquario di barriera con i pesci più grandi (anche se abbiamo qualche foto, c’è la galleria proprio sotto questo paragrafo). Ci siamo infatti focalizzati su due acquari, un interessantissimo acquario di acqua salmastra e, in particolare, uno splendido acquario reef con coralli duri di dimensioni colossali che tratteremo in un articolo separato.
La nostra visita
Nella sezione dei pinguini incontriamo Sven Tchall, il responsabile del settore, un giovane simpatico che ci porterà dovunque vorremo per la prossima ora e mezza, fino nelle cantine dove è nascosta la tecnica. Sven non è solo il curatore della sezione, ma è anche colui che più di tutti ha contribuito alla pianificazione degli acquari. È molto fiero della riuscita del suo lavoro e questo si nota nell’entusiasmo con cui ci descrive ogni singolo particolare e anche come risponde in modo pronto alle nostre domande ed osservazioni.
Notiamo come lo zoo di Zurigo si sia impegnato nella sostenibilità, ad esempio, per quanto riguarda l’acqua dolce tutti i pesci sono d’allevamento (tranne l’anguilla che però era già qui prima della ristrutturazione). Le vasche inoltre sono isolate in modo da ridurre al minimo il bisogno di riscaldamento o di raffreddamento. Anche i coralli derivano tutti da talee coltivate in cattività. I fornitori sono diversi, ma sono stati fatti arrivare pesci e coralli anche dalla Germania e dall’Olanda. Per i pesci marini invece non è sempre possibile la riproduzione in cattività e per questo, purtroppo, alcuni dei pesci ospitati devono per forza arrivare dall’oceano.
Le vasche le abbiamo già viste come spettatori nella sezione frontale, e quindi andiamo subito nella parte retrostante, dove potremo scoprire come sono gestiti questi acquari. Data l’enorme quantità di informazioni raccolte ho deciso di scrivere un articolo separato per l’acquario reef e di fare una presentazione generale di vari acquari in questo articolo, descrivendo però più in dettaglio l’acquario di acqua salmastra.
Guardiamo dall’alto vari acquari: quello piccolo con i cavallucci marini, quello dei pesci marini più grandi fra cui il pesce scorpione (Pterois volitans), lo Zanclus cornutus e la pastinaca a macchie blu (Taeniura lymma), nella stessa stanza possiamo anche ammirare l’acquario reef.
Il retro è pulito e moderno con controlli elettronici per avvertire in caso di guasti ed evitare conseguenze fatali agli ospiti in vasca. Le luci sopra gli acquari sono a pelo dell’acqua ma possono essere elevate se necessario, per permettere un intervento in acquario.
Poi scendiamo di un piano e ci troviamo sotto gli acquari, qui c’è il magazzino contenente tutte le sostanze che vengono somministrate, i pezzi di ricambio ed i filtri. Diamo una occhiata all’impianto di osmosi, dove circa 6 metri cubi d’acqua (6.000 litri) sono pronti in ogni momento, per eventuali emergenze.
I filtri dell’acqua dolce sono sistemati in una grande stanza e funzionano in modo simile a quelli dei nostri acquari, soprattutto la parte meccanica è tenuta il più semplice possibile: Un tubo porta giù l’acqua e poi uno la riporta su, il tutto azionato da una singola pompa. Praticamente tutti gli acquari sono separati l’uno dall’altro, tranne rare eccezioni. Quindi ogni acquario ha un suo sistema e la sua acqua, i filtri sono tutti uguali fra loro per minimizzare le parti di ricambio necessarie. Purtroppo abbiamo poco tempo a disposizione quindi ammiriamo e passiamo avanti.
Una porta divide i filtri dell’acqua salata, perché la salsedine qui tende a corrodere ogni cosa. Infatti in questa zona tutto è stato realizzato in acciaio inossidabile, anche la più piccola vite, nonostante il prezzo elevato. Ciò che non era disponibile in acciaio inox (tipo un tombino) è già tremendamente arrugginito.
In questa zona c’è anche il filtro dell’acquario di acqua salmastra, acquario che vediamo in dettaglio a pagina 2, cliccando qui.