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Il cambio d’acqua in acquario marino – 10 esperti internazionali a confronto

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La terza domanda entrava nel vivo del cambio d’acqua, andando a chiedere perché fosse utile il cambio d’acqua. Abbiamo già ricevuto molte risposte in merito a questa domanda nelle pagine precedenti, ma andiamo a vedere in dettaglio cosa abbiano detto i nostri esperti, e quali aneddoti abbiano ancora da raccontare.

Michael Paletta si discosta un po’ da quanto detto fino a questo momento, sottolineando l’importanza dei cambi anche per integrare quegli elementi traccia che sono stati consumati, oltre che nel rimuovere le sostanze di rifiuto, per questo consiglia anche di asportare la maggior parte dei detriti possibili. Massimo Morpurgo, forte della sua esperienza su acquari molto diversi, sostiene che dipende fortemente dal popolamento dell’acquario. Massimo ci racconta che ad esempio nella vasca dedicata dei nautili e limuli il cambio sia utile per molti motivi, ma il principale è la diminuzione dei nitrati. Nella vasca dei coralli invece la questione diventa è più complessa. Il cambio d’acqua frequente permetterebbe di asportare varie sostanze che si accumulano in acqua in seguito al metabolismo delle varie specie ospitate tra cui anche molte sostanze organiche tossiche prodotte dagli invertebrati sessili. Il carbone attivo riesce a legare ed asportare dall’acqua molte di queste sostanze, ma probabilmente non tutte. Inoltre Massimo crede che il cambio d’acqua possa anche apportare vari oligoelementi che vengono consumati dagli invertebrati ed aiuta a mantenere i giusti rapporti relativi tra i vari elementi.

Montipora digitata, Stylophora pistillata, Seriatopora histrix e Montipora foliosa in acquario
Montipora digitata, Stylophora pistillata, Seriatopora histrix e Montipora foliosa in acquario

Ronald Shimek sottolinea che alcune tipologie di rifiuto come l’azoto nelle sue varie forme (nitrato, nitrito, ammoniaca) ed i prodotti secondari della respirazione come l’anidride carbonica potrebbero essere eliminati tramite scambio gassoso o tramite rimozione della biomassa, ma veleni come lo stronzio, il rame, il manganese, il cobalto, il piombo così come le contaminazioni accidentali con gli insetticidi o con materiali tossici non possono essere eliminati se non con il cambio d’acqua. Per questo bisognerebbe rimuovere più acqua possibile durante i cambi. Enzo Romeo è dello stesso avviso, in quanto pensa che ci saranno sempre degli scarti o delle contaminazioni, e sebbene quello scarto in natura viene sicuramente trasformato, in acquario è necessario esportarlo prima che si accumuli. Inoltre non possiamo sapere quale scarto producano i nostri animali, sappiamo che molti coralli emettono e scartano tossine, ma non sappiamo a quale concentrazione esse diventino tossiche, sia per la biomassa che per i singoli animali allevati. Quindi Enzo è sicuro che i cambi vadano fatti e gestiti in base alla tipologia di acquario, al metodo di gestione, alla tipologia ed alla quantità di animali che si allevano. Tramite i cambi dovremmo garantire nel limite delle nostre possibilità che avvenga l’asportazione delle sostanze di rifiuto in eccesso, la diluizione di quelle potenzialmente tossiche e allo stesso tempo di ripristinare in parte quelle che serve al sistema. Da qui discende una osservazione mirata, per capire quando e quanta acqua cambiare, senza per forza poi ricorrere ad integratori.

Ricordea florida in acquario
Ricordea florida in acquario

Anche Roberto Ferri si fa portatore dell’idea che nei nostri acquari marini si accumulino dei composti, che altri vengano aggiunti a caso, ad esempio potrebbe essere il bario uno degli ultimi problemi, oppure una quantità eccessiva di Silicio, grazie alla non compatibilità di alcune graniglie con l’acqua marina, e queste sostanze non potrebbero essere tolte così selettivamente senza un cambio. Roberto sostiene che il cambio sia utile per riuscire ad eliminare determinati composti dannosi e/o fastidiosi, ma non sia altrettanto efficace per reintegrare ioni principali e altri elementi, che devono essere inseriti in altro modo. Consiglia però, prima di ogni cambio, di eseguire i test principali Mg, Ca, Kh, densità per poi prepararlo anche in base ai risultati.

Roberto Ferri in convegno
Roberto Ferri in convegno

Anthony Calfo alla domanda ci risponde dapprima con una sua domanda, “C’è qualcuno che ritiene che dare acqua pulita all’acquario sia una cosa sbagliata?”, tutto gira attorno a questo concetto. Mentre gli animali da compagnia si lamenterebbero di una condizione approssimativa di pulizia, gli animali in acquario mostrano segni di malessere quando spesso è troppo tardi per porvi rimedio. Inoltre spesso le malattie sono contagiose ed il disagio di un singolo pesce o di un singolo corallo può aggredire tutto l’acquario. E sebbene in tanti chiedano spesso a Calfo dove siano le prove di una tale evidenza della necessità di un cambio d’acqua, risponde che purtroppo le prove richiedono soldi e ricerche, e nessuno ha fino ad oggi voluto spenderne tanti per fare una ricerca a tutto tondo. Le ricerche si possono fare in quei contesti dove vi sia un ritorno diretto, come l’industria automobilistica od alimentare ad esempio, anche se poi una ricerca potrebbe non bastare, ce ne vorrebbero tante per dimostrare effettivamente qualcosa. Danilo Ronchi ritiene che cambiare l’acqua sia utile soprattutto per rimuovere le sostanze di rifiuto accumulatesi mentre poco o nulla potrebbero fare per ripristinare i corretti valori degli elementi come già ampiamente dimostrato nel suo articolo sulle integrazioni, certo questo a meno di seguire quanto fatto da Calfo ultimamente, dove viene cambiata la quasi totalità dell’acqua dell’acquario.

Ehsan Dashti a sinistra e Danilo Ronchi a destra in convegno durante PetsFestival 2015
Ehsan Dashti a sinistra e Danilo Ronchi a destra in convegno durante PetsFestival 2015

Ehsan Dashti è più che convinto che i cambi d’acqua servano solo per mantenere alcuni parametri all’interno di un range, ma non tutti. Ad esempio cita i nitrati e di fosfati, che possono essere abbassati di un valore troppo basso per essere effettivamente utili. Infatti un cambio d’acqua del 10% potrebbe abbassare del 10% i corrispondenti valori di nitrati e fosfati del 10%, da 1 mg/l a 0,9 mg/l ad esempio, valori abbastanza inutili, a meno appunto di fare cambi d’acqua molto importanti. Anche Ehsan concorda con Danilo Ronchi nel dire che i cambi d’acqua non servano a ripristinare i valori degli elementi, anche se parte da un assioma diverso, ovvero che nei Sali che lui ha testato negli ultimi 8 anni non ha trovato elementi traccia utilizzabili o in concentrazioni tali da risultare utili. Se ve ne sono delle tracce nei Sali infatti è convinto che siano solo contaminazioni, e soprattutto non nelle concentrazioni utili ai nostri animali. Inoltre negli ultimi anni è successo più volte che dei Sali marini fossero contaminati con piombo, rame o arsenico ad esempio, e cita proprio un test effettuato da Ronald Shimek che trovò anch’egli dei contaminanti simili. Così avverte di essere molto cauti nella scelta del sale da utilizzare, perché si potrebbe incorrere in un cambio d’acqua peggiorativo.

Davide Mascazzini in Convegno Goccia Nera 2013
Davide Mascazzini in Convegno Goccia Nera 2013

Anche Davide Mascazzini si allinea al messaggio prevalente che ritiene i cambi importanti per abbassare alcuni livelli di composti critici anche se ritiene che possano ripristinarne anche alcuni che normalmente non vengono considerati. Però ci fa anche notare che attraverso il regolare cambio acqua si asportino molti microrganismi, sostanze nocive e sostanze utili, che durante lo stesso si possa pulire il fondo, mettere correttori chimici e biologici. Consiglia inoltre di alternare i vari sali sintetici per meglio coprire le singole carenze peculiari di ogni sale, contribuendo ad un ambiente più stabile, sembra infatti una contraddizione, ma secondo Davide le composizioni dei sali sono molto differenti e la dissoluzione “casalinga” non ne garantisce la corretta scomposizione ionica.

Montipora foliosa sotto led blu
Montipora foliosa sotto led blu

Vediamo che alla terza domanda tutti hanno sottolineato l’importanza dell’esportazione delle sostanze inquinanti e di rifiuto dall’acquario, a parte Dashti che ha fatto correttamente notare come alcuni inquinanti non potrebbero comunque essere corretti con cambi d’acqua normali. Mascazzini invece ha puntato anche l’indice sul fatto che durante il cambio si possono fare tante operazioni complementari utili all’acquario stesso. Qualcuno ritiene che il cambio possa anche aiutare a ripristinare i valori di elementi ed elementi traccia. Anche se, ancora Dashti, ci racconta che gli elementi contenuti nei Sali non siano il massimo, ad usare un eufemismo, per i nostri acquari.

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9 COMMENTS

  1. Ohhhh che bello sentire voci così importanti a confronto!
    Danilo devi aprire assolutamente una rubrica dove si approfondiscono temi importanti e tanto discussi come questo…
    Comunque sia mi trovo d’accordo soprattutto con il pensiero di Calfo , come si fa a dire che l’acqua nuova sia peggiore di quella vecchia? Appunto.. Quindi cambiarla regolarmente dev’essere la strada da percorrere.
    Pero’ mi sarebbe piaciuto anche approfondire cosa succede alla biologia del l’acquario intesa come batteri ..
    Infine trovo interessante il metodo adottato da Ferri per ripristinare l’acqua ” goccia a goccia”.. Voglio farci un pensiero visto che riparto con la nuova vasca..
    Grazie Danilo per questa chicca!

    • Ciao Jonathan,
      Ottima la domanda relativa ai batteri, indubbiamente l’acqua nuova sotto questo punto di vista è più povera, ma nessuno delle persone intervenute ha menzionato la necessità di introdurre batteri in concomitanza dei cambi.
      Se approfondisci il cambio goccia a goccia, rendi i risultati noti che sono molto interessato.
      Saluti

  2. Finalmente sono arrivato alla fine di questo articolo.
    Trovo interessantissimo questo parallelo tra più esperti. Mi piacerebbe tanto che questo diventasse uno stile da applicare anche a futuri articoli.
    Avendo letto l’articolo in più riprese avrò bisogno di un ulteriore lettura per memorizzare assimilare la moltitudine di informazioni contenute.

    Ribadisco i complimenti e mi unisco a Jonathan nei complimenti.

  3. Ciao, articolo bello ed interessante come sempre. Sono molto incuriosito dall’attuale metodo di gestione di Calfo. Mi sfugge qualcosa però. Infatti sostiene di gestire le vasche senza l’ausilio delle integrazione, skimmer o reattori vari; quindi con il solo cambio d’acqua quasi dell’intero volume della vasca. A questo punto sorge spontanea la domanda, in che percentuale 80%? Con un simile volume d’acqua asportato, le rocce presenti in vasca finirebbero all’asciutto, con tutte le conseguenze del caso. E la flora batterica? Così facendo, non si ha un sistema in continua maturazione?

    • Ciao Crestedlucifer

      Io penso più vicino al 90%.
      Se le rocce finiscono all’asciutto non succede mica nulla eh? Si parla di qualche ora al massimo, ma sarebbero comunque umide.
      Idem per la flora batterica, che rimarrebbe quella già presente nel film a contatto con le rocce, con i vetri etc

      • Grazie per la risposta tempestiva. Il mio dubbio nasce dal fatto che spesso, nelle guide, si legge di non far prendere aria alle rocce, per non incappare in nuova maturazione. Se così non fosse chiedo venia, le mie conoscenze si rifanno aolo a ciò che leggo eheh.
        Invece quando parlavo di batteri, intendevo quelli presenti nella colonna d’acqua, anche qui, spesso si legge: acqua matura..
        Ad ogni modo é un metodo davvero interessante, sarebbe bello ed utile avere ulteriori riscontri al riguardo, anche qualche contribuito fotografico di una vasca gestita in questo modo

        • Figurati ci mancherebbe, non credo che si abbia una nuova maturazione se la roccia rimane per qualche minuta non immersa nell’acqua, dal momento che rimane completamente umida. Altrimenti in mare con l’alta e la bassa marea sarebbe un massacro. Certo che se la lasci fuori dall’acqua per diverse ore è un discorso magari diverso.
          I batteri sono sulle rocce, e sul film umido che rimane in acquario, ce ne sono in abbondanza.
          Potrei chiedere a Calfo di approfondire e vediamo se riusciamo a scrivere un articolo in merito.

          Grazie del tuo commento

  4. ciao a tutti, seguo sempre con interesse le varie opinioni di gestione del reef, sopratutto quelle di Danilo. io gestisco la mia vasca di solo LPS e Molli con un fondo di sabbia corallina grossolana alta con molta roccia. gestisco l’acquario integrando l’acqua evaporata con un osmoregolatore collegato in due recipienti, 1 recipiente con acqua calcarea l’altro con acqua di mare diluita del 50%. il risultato è stupefacente.

    • Ma se integri acqua evaporata con acqua di mare aumenti la salinità continuamente.
      Inoltre diluendo l’acqua di mare e non utilizzandola subito ne uccidi molti degli organismi contenuti, con riversamento in acquario di organismi morti e quindi inquinamento. Oppure non ho capito bene io?

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