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Myrionema amboinense, il punto di vista biologico

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Dopo l’articolo sui Myrionema che ne parlava dal punto di vista dell’acquariofilo puro, e dopo l’articolo della scorsa settimana che invece affrontava il mondo degli idroidi in maniera più generale, vediamo oggi cosa sia e come agisce un speciale idroide, conosciuto appunto dagli acquariofili e da questi evitato come la “peste”, il Myrionema amboinense scoperto per la prima volta da Pictet nel 1893

Phylum: Cnidaria
Superclasse: Hydrozoa
Classe: Hydroidomedusae
Sottoclasse: Anthomedusae
Ordine: Filifera
Famiglia: Eudendriidae
Genere: Myrionema

Myrionema amboinense

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Le colonie di questo idroide sono costituite da numerosi individui che hanno l’aspetto di piccoli pompon. In gergo scientifico i “pompon” sono detti polipi e si distinguono in gastrozoidi e gonozoidi; come abbiamo già detto in precedenza, i gastrozoidi presentano bocca e tentacoli mentre i gonozoidi portano le strutture riproduttive. I gastrozoidi di Myrionema presentano numerosi tentacoli (almeno 40) e, a differenza di altre specie appartenenti alla stessa famiglia, possiedono notevoli capacità contrattili. Infatti, sia la parte basale del polipo che la sommità dove risiede la bocca (ipostomio), possono allungarsi notevolmente, come si vede nella Figura 2.

I polipi sono sorretti da corti steli detti idrocauli e le porzioni basali degli steli sono connessi tra loro da una rete di stoloni. Gli stoloni permettono l’ancoraggio al substrato e il passaggio di sostanze nutritive da un polipo all’altro.

Il colore dei polipi è marrone-verdastro perchè all’interno del tessuto vivente ci sono zooxantelle, ossia alghe unicellulari appartenenti al genere Symbiodinium (Figura 3). Le associazioni tra cnidari e zooxantelle sono molto comuni: il colore verde di alcuni coralli duri delle barriere coralline, di certi anemoni e zoantidei è conferito dai simbionti algali. Le alghe, vivendo all’interno dei coralli possono sfruttare i prodotti di rifiuto dell’ospite e sono protette dalla eccessiva esposizione alle radiazioni; a ogni modo, parte della radiazione luminosa è in grado di attraversare i tessuti degli cnidari, permettendo alle zooxantelle di svolgere l’attività fotosintetica. Gli cnidari, in cambio, ricevono gli zuccheri prodotti dai simbionti.

La porzione del polipo che porta la bocca (ipostomio) presenta un anello bianco e rifrangente contenente cnidocisti. Un altro anello di cnidocisti è presente alla base del polipo.

Riguardo alla distribuzione geografica, questa specie è presente in Atlantico, Indopacifico e Oceano Indiano. Myrionema è stata segnalata anche in Mediterraneo, ma probabilmente la specie è stata confusa con Eudendrium moulouyensis, un altro idroide che ospita zooxantelle; pertanto la segnalazione è da ritenere dubbia.

Myrionema amboinense

Myrionema amboinense può crescere molto velocemente ed in alcuni acquari prolifera in maniera incontrollata. I principali fattori che influenzano la crescita degli idroidi sono temperatura, luce, intensità corrente e disponibilità trofica. In molte specie di idroidi la massima espansione si ha quando le colonie dispongono di grandi quantità di cibo. É possibile che Myrionema cresca maggiormente in presenza di prede appetibili, come ad esempio Artemia salina o di altre forme di cibo utilizzate per alimentare gli altri coralli dell’acquario.

Infatti, gli zuccheri prodotti dalle zooxantelle non sono sufficienti a far proliferare gli idroidi e gli altri coralli; gli cnidari sono organismi eterotrofi e necessitano di ingerire materia organica e catturare piccole prede zooplanctoniche per poter crescere e riprodursi.

L’articolo è stato curato dalla dott.ssa Cristina Gioia di Camillo, biologa presso l’Università di Ancona dove si occupa dello studio, della classificazione, dei cicli vitali e dell’ecologia degli invertebrati marini di fondo duro, ed in particolare di idrozoi mediterranei e tropicali.

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