
I batteri fotosintetici non solforati PNSB possono davvero sostituire il cloruro di lantanio? Scopri l’innovazione biologica testata da ACI e Hydrospace.
ACI Aquaculture e Hydrospace LLC hanno lanciato una sfida al tradizionale approccio chimico per il controllo dei fosfati negli acquari marini. Al centro dell’attenzione ci sono i batteri fotosintetici non solforati (PNSB), microrganismi già noti nel mondo dell’acquacoltura ma ancora poco impiegati in acquariologia. Possono davvero sostituire il cloruro di lantanio? Questi batteri, come abbiamo già visto in alcuni articoli recenti qui su DaniReef si sono dimostrati estremamente versatili, ma il loro impiego nella gestione dei fosfati rappresenta una novità interessante per il nostro settore.
Che cosa sono i batteri fotosintetici?
I batteri fotosintetici non solforati, come Rhodopseudomonas palustris, appartengono a una classe di microrganismi capaci di svolgere una forma di fotosintesi anaerobica, cioè senza la produzione di ossigeno, e con una straordinaria capacità di metabolizzare composti organici e inorganici, inclusi i fosfati. Sono naturali, versatili e compatibili con sistemi di acquario complessi come quelli di barriera.

Leggi anche:
- Approfondimento: batteri non solforati viola contro Cianobatteri
- Il Futuro per gli acquari: I Benefici dei Batteri Non Solforati Viola
Cloruro di lantanio: funziona ma ha dei limiti


ll cloruro di lantanio è largamente utilizzato per la rimozione chimica del fosfato. Reagisce con esso formando precipitazioni insolubili che devono essere rimosse meccanicamente, spesso tramite filtrazione o schiumazione. Tuttavia, il suo utilizzo non è esente da criticità: può causare accumulo di particelle, intorbidimento dell’acqua e potenziali danni ai tessuti delicati di coralli e altri invertebrati se non dosato con precisione.

ACI Aquaculture: i test parlano chiaro
ACI Aquaculture ha recentemente collaborato con Hydrospace LLC, azienda produttrice di colture batteriche, per testare l’efficacia dei batteri PNSB nel controllo del fosfato. I risultati preliminari pubblicati da Reefbuilders come fonte sono promettenti: l’introduzione regolare di PNSB ha prodotto riduzioni significative dei livelli di fosfato in vasche test, senza effetti collaterali visibili e con una notevole chiarezza dell’acqua.
Un cambio di paradigma nella gestione del fosfato?



La proposta è rivoluzionaria: utilizzare una soluzione biologica al posto di un reagente chimico, favorendo l’equilibrio dell’ecosistema acquatico piuttosto che forzarlo. L’integrazione dei PNSB, ad esempio tramite prodotti come PNS ProBio, potrebbe affermarsi come pratica comune, in particolare in vasche mature o in sistemi ricchi di coralli molli e LPS, notoriamente sensibili alle impurità chimiche.
E’ il momento di ripensare la strategia?
L’adozione dei batteri fotosintetici non è ancora realtà diffusa sul nostro mercato, ma i dati suggeriscono che ci troviamo di fronte a una possibile svolta. Professionisti del settore e neofiti consapevoli dovrebbero iniziare a considerare questa alternativa naturale come parte integrante della gestione del sistema. I batteri PNSB potrebbero rappresentare il futuro nella gestione del fosfato, riducendo i rischi e semplificando la manutenzione.
Se avete domande, dubbi o curiosità, lasciate un commento qui sotto o raggiungeteci sui nostri social: Telegram, Instagram, Facebook, X e YouTube. Seguiteci per non perdere news, articoli, recensioni e reportage, e se avete bisogno di aiuto, vi aspettiamo nel nostro forum.