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Fotoinibizione nei coralli: sintomi, cause e come evitarla con la luce LED

 Fotoinibizione nei coralli

Fotoinibizione nei coralli: un problema spesso sottovalutato, ma diffusissimo. Se usi plafoniere LED e i tuoi SPS faticano a crescere, il problema potrebbe non essere nei nutrienti… ma nella luce. E non basta averne “tanta”: serve la luce giusta, nel modo giusto.

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Cos’è la fotoinibizione nei coralli? La fotoinibizione è un meccanismo di difesa naturale che si attiva quando la luce diventa troppa. In pratica, se l’intensità luminosa supera la capacità delle zooxanthellae di svolgere la fotosintesi, l’apparato fotosintetico si danneggia invece di lavorare. Non basta quindi illuminare tanto: serve farlo nel modo corretto, in base al tipo di coralli, alla tecnica e allo stadio dell’acquario. In questo articolo impareremo ad inquadrare il miglior modo di partire a dare luce in un acquario giovane, in maturazione e già avviato.

Considerate che i PAR in mare risultano pari a 1640 μmol m-2 s-1 ad 1 metro di profondità, 958 μmol m-2 s-1 a 5 metri di profondità, e 618 μmol m-2 s-1 a 10 metri di profondità, per contestualizzare il discorso che faremo più avanti nell’articolo.

La fotoinibizione nei coralli Perché avviene in acquario?

 fotoinibizione nei coralli
Vasca di barriera

A differenza di quanto accade in natura, dove la luce attraversa strati profondi d’acqua e viene filtrata da particelle organiche e sospensioni in movimento, negli acquari la luce LED si comporta in modo completamente diverso. È una luce molto diretta, caratterizzata da spettri spesso ristretti e non modulata dall’ambiente acquatico. Questo comporta un’irradiazione intensa, talvolta eccessiva, soprattutto quando si esagera con i canali bianchi, rossi o UV. Il risultato può essere una sovraesposizione che mette sotto stress gli organismi fotosintetici, anziché favorirne una crescita equilibrata.


Per approfondire il discorso della luce può essere utile dare uno sguardo ad altri articoli del portale:

Sintomi della fotoinibizione nei coralli


Segnali di fotoinibizione: come riconoscerli e non sbagliare diagnosi

Quando la luce è eccessiva o mal calibrata, soprattutto in un ambiente chiuso come l’acquario, i coralli possono mostrare chiari segnali di fotoinibizione. Tra i sintomi più evidenti ci sono lo scolorimento delle punte, la perdita di turgore, e talvolta una regressione dei tessuti dalla base, un fenomeno simile al cosiddetto “tiraggio”. La crescita può rallentare drasticamente o assumere forme anomale, mentre i colori diventano slavati, spenti o, all’opposto, innaturalmente scuri, a seconda della risposta del tessuto e delle zooxanthellae. Queste ultime, infatti, possono entrare in sofferenza fino a lasciare i tessuti ospiti, causando ulteriori squilibri.

Tuttavia, è importante prestare attenzione ai falsi positivi: sintomi simili possono derivare da carenze di nutrienti, stress localizzato da luce intensa, oppure da un flusso inadeguato. Solo una valutazione combinata di intensità luminosa, nutrienti disponibili e dinamiche dell’acqua può offrire un quadro diagnostico attendibile e permettere interventi mirati.

Quali frequenze LED causano fotoinibizione?

I canali più “pericolosi”

I canali LED più fotoinibenti sono:

  • Bianco freddo (6500-10.000 K)
  • Bianco caldo (3000-5000k)
  • UV (sotto i 420 nm)
  • Rosso (660 nm)
  • Ciano-verde se troppo spinti

Spettro non bilanciato + intensità elevata = rischio elevato di fotoinibizione nei coralli.

Il bianco in generale (sia freddo che caldo) può contribuire alla fotoinibizione, ma con alcune distinzioni importanti.

Facciamo chiarezza:

  • Bianco freddo (6500K–10000K):ha un picco di emissione molto spinto nel blu e nel verde. Il blu viene fortemente assorbito dalle zooxanthellae per la fotosintesi, ed è anche la banda che più contribuisce alla fotoinibizione da eccesso di luce attiva. In questo senso, il bianco freddo può risultare più fotoinibente in alcune condizioni, perché amplifica le bande già potenti nei LED blu.
  • Bianco caldo (3000K–5000K): contiene molta più componente rossa e meno blu. Il rosso viene assorbito meno efficientemente dalle zooxanthelle e ha un potenziale fotoinibente minore nel breve termine, ma può creare stress termico o squilibri nel rapporto tra luce utile e luce parassita.

Luce bianca e fotoinibizione: non tutti i bianchi sono uguali

Sebbene vengano spesso considerati in blocco, i LED bianchi non sono tutti uguali in termini di impatto sui coralli, e possono indurre fotoinibizione in modi diversi. Il bianco freddo, ricco di componenti blu e verde, è particolarmente intenso nella banda fotosinteticamente attiva (PAR). Proprio per questo motivo risulta più “aggressivo”, soprattutto per i tessuti più esposti o sensibili.

Il bianco caldo, invece, ha un’influenza diversa: non colpisce tanto per intensità PAR, ma può alterare l’equilibrio cromatico percepito e indurre forme di stress termico o cromatico, specialmente se spinto eccessivamente o combinato con canali rossi dominanti.

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I LED bianchi, sia freddi che caldi, se usati in eccesso, possono contribuire alla fotoinibizione dei coralli, soprattutto se non bilanciati con le altre bande specifiche per la fluorescenza e la crescita (come UV, violetto e blu reale).

Come modulare la luce per evitare la fotoinibizione: consigli pratici

Per ridurre il rischio di fotoinibizione, soprattutto nelle prime fasi di vita dell’acquario, è fondamentale impostare una strategia luminosa prudente e progressiva. Nelle prime 12 settimane, è consigliabile mantenere la luce fortemente dimmerata, dando tempo ai coralli (e al sistema nel suo insieme) di adattarsi gradualmente.

In vasche giovani o non ancora del tutto stabilizzate, è bene evitare livelli di PAR superiori ai 300–350 μmol m-2 s-1, soglia oltre la quale si rischia di innescare stress fotosintetico. Per garantire una crescita equilibrata, la base dell’illuminazione dovrebbe essere costituita principalmente dai canali blu e royal blue, lasciando i bianchi e i rossi su livelli molto contenuti, soprattutto nelle prime ore del fotoperiodo.

Infine, l’aumento dell’intensità luminosa dovrebbe avvenire in modo graduale, idealmente ogni due settimane, osservando attentamente le reazioni dei coralli per individuare segnali di stress o adattamento.

Ecco cosa fanno i principali canali e come modularli in base alla fase dell’acquario:

Fase di avvio (0-90 giorni)

CanaleEffettoRegolazione consigliata
Royal Blue (450-460 nm)Favorisce la fotosintesi60-70%
Blue (470 nm)Favorisce le cromoproteine50-60%
Uv /violetto (380-420)Puo’ stressare le zooxantelle e i tessuti5-10%
Bianco freddoElevata energia fotoinibente15-20%
Rosso (660 nm)Induce scurimento favorisce le alghe5%
Ciano/verdeSolo effetto estetico salvo alcune bandeDisattivato

In questa fase i coralli sono fragili. Evita intensità sopra i 200 PAR nella parte alta della vasca.

Fase di maturazione (90-180 giorni)

CanaleEffettoRegolazione consigliata
Royal Blue (450-460 nm)Favorisce la fotosintesi80-90%
Blue (470 nm)Favorisce le cromoproteine60-70%
Uv /violetto(380-420)Puo’ stressare le zooxantelle e i tessuti20-30%
Bianco freddoElevata energia fotoinibente30-40%
Rosso (660 nm)Induce scurimento favorisce le alghe5-10%
Ciano/verdeSolo effetto estetico salvo alcune bande5% max

Inizia a salire gradualmente con i PAR ma resta sotto i 300

CanaleEffettoRegolazione consigliata
Royal Blue (450-460 nm)Favorisce la fotosintesi90-100%
Blue (470 nm)Favorisce le cromoproteine80-90%
Uv /violetto(380-420)Puo’ stressare le zooxantelle e i tessuti30-40%
Bianco freddoElevata energia fotoinibente60-70%
Rosso (660 nm)Induce scurimento favorisce le alghe10-50%
Ciano/verdeSolo effetto estetico salvo alcune bande10% max

In questa fase puoi superare i 300–350 PAR, ma valuta con il misuratore, la risposta dei coralli e la storia della vasca.

Non esiste una curva luminosa perfetta per tutti

Ogni acquario è un ecosistema unico, con le sue dinamiche, i suoi equilibri e le sue sensibilità. Proprio per questo non esiste una curva luminosa “standard” valida per tutti. Ciò che funziona in una vasca potrebbe essere troppo o troppo poco in un’altra. Tuttavia, imparare a conoscere gli effetti reali di ogni singolo canale LED – dal blu profondo al bianco caldo – è il primo passo per costruire un profilo luminoso davvero efficace.

Saper leggere le reazioni dei coralli ti permette di modellare una curva graduale, coerente con i ritmi biologici degli organismi presenti, ed evitare quegli stress luminosi subdoli ma reali che spesso sfuggono all’occhio umano, pur influenzando salute, crescita e colore dei coralli.

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