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Grande Barriera Corallina: sbiancamento record 2024-2025 – 33% di perdita

Grande Barriera Corallina: sbiancamento record 2024-2025 - 33% di perdita

Grave sbiancamento della barriera corallina australiana nel 2024-2025: persI fino al 33% dei coralli. I dati AIMS parlano chiaro. Scopri cosa sia successo.

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Il recente rapporto dell’Australian Institute of Marine Science (AIMS) ha confermato quanto temevamo da mesi: la Grande Barriera Corallina australiana ha subito la più drastica perdita annua di corallo da quando sono iniziate le registrazioni, nel 1986.

Durante l’estate australe 2024-2025, un evento di sbiancamento di massa, causato da temperature marine anomale, ha portato a una diminuzione della copertura di corallo duro tra il 25% ed il 33% in vaste aree della barriera.

I dati ufficiali dello sbiancamento della barriera corallina australiana

Secondo l’AIMS:

  • La regione settentrionale ha perso il 25% della sua copertura corallina;
  • La regione centrale, storicamente più stabile, ha registrato una perdita del 14%;
  • La regione meridionale è stata la più colpita, con una riduzione prossima al 33%.

La media complessiva della copertura di coralli duri è oggi ai minimi storici da quasi 40 anni.

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Perché i Coralli sbiancano?

Foto satellitare della Grande Barriera Corallina australiana. Credits: NASA
Foto satellitare della Grande Barriera Corallina australiana. Credits: NASA

Lo sbiancamento corallino è un processo attraverso cui i coralli, sottoposti a stress, espellono le zooxantelle simbionti, responsabili della loro colorazione e della fotosintesi. Questo li lascia bianchi e vulnerabili, spesso portandoli alla morte.

Lo sbiancamento dei coralli è un fenomeno complesso che affonda le sue radici in diversi fattori ambientali, spesso interconnessi tra loro. Le temperature marine elevate, dovute sia ai fenomeni ciclici di El Niño sia al riscaldamento globale, rappresentano la causa più evidente: un innalzamento anche di pochi gradi può mettere a dura prova la simbiosi tra corallo e zooxantelle. A questo si aggiunge la pressione esercitata da una radiazione UV eccessiva, che danneggia direttamente i tessuti e amplifica lo stress termico. Non meno importante è l’acidificazione degli oceani, che compromette la capacità dei coralli di costruire il proprio scheletro calcareo, rendendoli più fragili e vulnerabili. Infine, l’inquinamento costiero e la sedimentazione riducono la qualità dell’acqua e la disponibilità di luce, indebolendo ulteriormente ecosistemi già sotto pressione. Tutti questi elementi, combinandosi, creano le condizioni perfette per innescare eventi di bleaching sempre più diffusi e intensi.

Secondo il NOAA Coral Reef Watch, oltre l’80% delle barriere coralline mondiali è stato esposto, in questi mesi, a condizioni di stress termico considerato critico.

 Un ecosistema in crisi globale

Quello della Grande Barriera Corallina non è purtroppo un caso isolato: tra il 2024 e il 2025 oltre 82 nazioni hanno segnalato episodi di sbiancamento, parziale o totale, delle proprie barriere coralline. Un dato che fa riflettere, perché le conseguenze di questi eventi vanno ben oltre la perdita cromatica dei coralli.

A essere minacciata è innanzitutto la biodiversità marina globale, strettamente legata all’integrità delle scogliere coralline. Il collasso di questi ecosistemi si ripercuote anche sulla pesca commerciale e tradizionale, che da essi trae risorse fondamentali, e sulla stessa resilienza degli habitat tropicali, sempre più fragili di fronte ai cambiamenti climatici. Non da ultimo, intere economie basate sul turismo marino rischiano di essere compromesse, con danni profondi per comunità costiere che vivono grazie alla bellezza ed alla vitalità dei reef.

Quali implicazioni per noi acquariofili?

Anche se operiamo in ambienti controllati, l’acquariofilia marina non può considerarsi del tutto slegata dalla realtà ecologica dei reef naturali. Ogni evento di sbiancamento ci ricorda che il rispetto della sostenibilità ambientale è un valore imprescindibile, tanto nella gestione dei nostri acquari quanto nella salvaguardia degli oceani.

Un acquario marino non dovrebbe limitarsi ad affascinare con i suoi colori, ma diventare anche uno strumento di educazione e consapevolezza. Per questo, oggi più che mai, è fondamentale scegliere coralli provenienti da fonti certificate e sostenere attivamente la riproduzione in cattività: gesti concreti che trasformano la passione in una vera azione di tutela per il mare.

Questo nuovo sbiancamento di massa rappresenta un campanello d’allarme globale. Le scelte quotidiane che facciamo, anche come acquariofili, contano: dall’uso consapevole dell’energia alla sensibilizzazione pubblica, fino alla scelta dei coralli nei nostri sistemi.

È nostro dovere restare informati, attivi e responsabili custodi di quel piccolo angolo di reef che ricreiamo a casa.

“Prendersi cura di un acquario significa anche prendersi cura del mare.”

Riferimenti

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