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I negozianti rubano e speculano sui prezzi degli animali… parliamone

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Quella di oggi è una lettera scritta dal carissimo amico Nicola Lo Duca, una lettera che in poche parole ci fa riflettere su cosa voglia dire essere negoziante oggi. La lettera è stata poi pubblicata sul profilo di Nicola su Facebook (qui potete ritrovare il messaggio originale). Una lettera che pubblico integralmente e che sottoscrivo in pieno. Discutiamone nei commenti.

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La questione (riassumendo in maniera striminzita ) è:

-I negozianti rubano e speculano sui prezzi degli animali, ne approfittano per lucrare ancora di più su un hobby già caro

– Specifico che non sono un negoziante, e che anche a me pesa vedere i prezzi aumentare di giorno in giorno. Ogni acquisto è un sacrificio e mi piacerebbe che il nostro fosse un hobby meno costoso. Mi dispiace aggiungermi agli OT in questo triste post, e chiedo scusa all’autore. Però ho letto diverse incongruenze e vorrei fare un poco il punto della situazione.

– I negozianti non aumentano di loro spontanea volontà il prezzo per rubarvi i soldi (nella maggior parte dei casi, e se non consideriamo gli animali di contrabbando, triste realtà dovuta alla voglia di risparmiare a tutti i costi), gli aumenti dei prezzi sono dovuti al momento storico (pandemia globale), alla regolamentazione di prelievi/esportazioni/allevamenti, alle caratteristiche della stragrande maggioranza degli animali (CITES, animali prelevati in natura con altissime mortalità, impoverimento delle risorse marine etc.)

– Ad oggi la stragrande maggioranza delle specie sono prelevate in natura, sò che non vogliamo sentircelo dire ma vorrei ricordarvi che le barriere stanno scomparendo, che la biodiversità marina è in grave pericolo da più di un decennio, e che l’acquariofilia marina come la conosciamo oggi, ben presto scomparirà completamente.

– Diverse nazioni hanno (giustamente) regolamentato duramente i prelievi in natura e in alcuni casi li hanno direttamente vietati (il ban indonesiano, i divieti in tutto il sud est asiatico, prelievi contingentati e strettissimamente regolamentati in Australia, Hawaii….etc.)

Niente di strano d’altronde, abbiamo approfittato di questo tacito consenso per tanti anni, da parte di paesi in gravi difficoltà economiche, e che erano disposti a venderci il loro patrimonio naturale solo perchè disperati.

Ricordiamoci che lì si parla di mete turistiche, le persone vanno sulle spiagge tropicali per farsi le immersioni, vedere i coralli e tutti quei pesciolini colorati. Ah, ho visto anche Dory. Ne avevano anche al ristorante del resort 🤭Che brutte persone..

Non vorrei dirvelo ma da noi se prendi un granchietto a mare e te lo metti in acquario sei un pericoloso bracconiere (andresti portato alla gogna e giustiziato immediatamente). Giusto per fare un paragone a caso tra le legislazioni di un paese povero ed uno ricco.

Vorrei farvi notare allo stesso tempo che:

-Riprodurre ed allevare un pesce marino costa infinitamente di più che prelevarlo a mare, si parla di 8-12 mesi in media per raggiungere la taglia di vendita, con costi fissi e variabili enormi, un botto di lavoro e per ritrovarsi a dovere abbassare il prezzo fino a quello di un pesce prelevato in natura in un paese del terzo mondo.
Quindi ehm…no.
Con l’acquacoltura non sperate di risparmiare….almeno per un altra buona quindicina di anni.

Molti Zebrasoma (uno proprio il flavescens) sono appena entrati in programmi di allevamento, quindi i prelievi in natura e le esportazioni saranno portati al minimo possibile durante la conversione all’acquacoltura, poi direttamente vietati (alle Hawaii stanno giusto un zinzino meglio che nei paesi da dove vengono il grosso degli animali dei nostri acquari)
Il loro prezzo riflette solo quello che stà succedendo, tutto qui.

-Se le rocce naturali costano così tanto (sarà sempre poco rispetto al loro valore reale…) è perchè:
-pesano (e si spedisce in aereo…),
-sono prelevate in mare con tecniche devastanti per gli ecosistemi,
-i paesi cominciano a svegliarsi, e rendendosi conto dei danni enormi che stavano facendo alla loro economia (turismo e risorse naturali), ne limitano prelievo, detenzione e vendita (più che comprensibile)..
-Necessitano di lunghe e fastidiose stabulazioni da parte di importatore o negoziante (spurgano tutta la roba che è morta in viaggio).
-Possono essere costruite artificialmente.

Anche in questo caso è normale che i prezzi aumentino continuamente, e nella maggioranza dei casi non sono i negozianti che vogliono fregarvi.

Lo sò che per spiegarvi questo ho fatto un papello immondo e che molti altri hanno risposto la stessa cosa usando due parole, però ho creduto giusto entrare un poco di più nel merito della questione perchè mi sono reso conto che molti non hanno bene idea di cosa ci sia dietro ogni singolo ospite delle nostre vasche…..

Il nostro è un hobby costoso, è innegabile.

Ma non vedeteci solo la speculazione dei negozianti, stiamo allevando animali delicatissimi, protetti, e che vengono dall’altra parte del globo, con un costo di risorse umane, economiche e naturali esagerato….

Un conto è avere un cardellino, un altro avere un ara giacinto…..

Detto questo, scusate per l’amarezza.Spero sinceramente che serva solo a farvi apprezzare ancora di più la fortuna che abbiamo, della fragilità della nostra passione e che vi spinga ad avere ancora più cura degli animali che alleviamo.

Buon reefing a tutti 🙏

Il nostro pensiero

Io non posso che concordare con tutta l’idea che c’è dietro questo post. Aggiungo solo, per amore di precisione, che gli esperimenti sugli Zebrasoma hanno già qualche anno.

Gli Zebrasoma flavescens sono stati riprodotti in cattività ai fini della commercializzazione alla fine del 2015 (Finalmente i pesci chirurgo Zebrasoma flavescens sono stati riprodotti in cattività) mentre i fratelli Zebrasoma xanthurum esattamente un anno dopo (Zebrasoma xanthurum di allevamento pronti per essere venduti).

In ogni caso secondo me i negozianti vengono spesso demonizzati secondo logiche e ragionamenti semplicistici. Anche io compro online alcune cose, mentre altre, forse la maggior parte le compro in negozio, pur sapendo che in negozio spendo di più. Ci facciamo anche svariati km per andare nei negozi che preferiamo per acquistare gli animali che preferiamo. E magari, e mi riallaccio anche alla richiesta che ha fatto Jake Adams di ReefBuilders in questo momento di crisi fate un giro nel vostro negozio di riferimento e fate anche solo l’atto di acquistare un barattolo di mangime. Per noi vuol dire poco, mentre per loro serve a capire che li sosteniamo e quanto per noi siano importanti.

Ricordiamoci tutti che se i negozianti sparissero, l’hobby finirebbe, sic et simpliciter.

Diteci la vostra, noi siamo a vostra disposizione, qui, sul nostro forum e sui vari social media per discutere con noi.

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