
Il Chelmon rostratus incanta con le sue strisce gialle, ma resta un pesce marino delicato e impegnativo da mantenere… sarà lui la soluzione contro le aiptasie? Scopriamo se la sua fama è meritata.
Il Chelmon rostratus è uno dei pesci farfalla più affascinanti che si possano desiderare in acquario. Tuttavia, dietro la sua bellezza si nasconde una grande fragilità: è un animale delicato, spesso difficile da acclimatare e mantenere. Allo stesso tempo, però, ha la fama — in parte meritata — di essere un divoratore instancabile di aiptasie. Scopriamo insieme se sia davvero così.
Chelmon rostratus
Il Chelmon rostratus, come abbiamo detto, appartiene alla famiglia dei pesci farfalla (Chaetodontidae). È conosciuto anche con il nome comune di Pesce farfalla dal rostro per via della sua caratteristica bocca allungata. Si tratta di un genere molto simile ad altri pesci farfalla: la famiglia infatti conta oggi 128 specie suddivise in 12 generi. La maggior parte di esse condivide la stessa irresistibile passione per le aiptasie, ma non disdegna neppure le Tridacne e, in certi casi, diverse tipologie di corallo. Ci sono però delle importanti eccezioni, che andremo ad approfondire.

Il Chelmon è un pesce incredibilmente bello. Basta guardarlo per innamorarsene. Basta vederlo muoversi con il suo particolare movimento sinuoso per desiderarne di averne uno in acquario. E se a tutto questo sommiamo anche il fatto di essere un divoratore indefesso di aiptasie e di anemoni majano ecco che abbiamo l’identikit del pesce perfetto. Purtroppo però è un pesce che però è molto difficile da acclimatare ed alimentare. Ma è anche estremamente difficile da trovare in piena salute, in quanto è uno dei pesci maggiormente pescati con la tecnica distruttiva dell’impiego di cianuro. Se vuoi approfondire questo aspetto abbiamo scritto questo interessantissimo articolo in passato: La pesca dei pesci con il cianuro potrebbe essere evitata, vediamo gli ultimi sviluppi della ricerca.

Inoltre, come se non bastasse, e come tutti i suoi simili, è un pesce pericolosamente attratto dalle Tridacne, e dai polipi dei coralli, per cui è anche molto facile che prenda di mira coralli molli ed LPS ed in maniera minore i coralli duri SPS. Questo lo rende spesso un azzardo in acquario. Pochi Chelmon arrivano sani per cui spesso muoiono dopo una decina di giorni dall’introduzione con il fegato spappolato, e non è certo colpa nostra, e quelli che sopravvivono spesso e volentieri dopo averci ripulito l’acquario dalle aiptasie e dagli anemoni majano, cominciano a mordicchiare anche i polipi dei nostri amati coralli.
Quale è la possibilità che il Chelmon rostratus mangi le aiptasie?
Il Chelmon rostratus nella grande maggioranza dei casi si nutre di aiptasie, e degli altrettanto infestanti anemoni majano. Non tutti gli individui mostrano la stessa voracità, ma è raro imbattersi in esemplari completamente disinteressati. Per cui sotto questo punto di vista potete stare sereni, se cercate un pesce che se ne prenda cura lo avete trovato.

Quale è la possibilità che il Chelmon rostratus mangi i coralli?
Anche questa domanda ha una risposta piuttosto scontata. È piuttosto scontato che prima o poi lo farà. Anche se dipende molto non solo dal singolo esemplare ma anche dalla tipologia del corallo. Ma è possibile che se vedrete i polipi dei vostri coralli rimanere ritratti anche quando non dovrebbero farlo, allora saprete anche dove cercare. Un segno inequivocabile che qualcuno li stia infastidendo. Da questo punto di vista il problema con i coralli duri SPS, le Acropore, Montipore, Stylophore, Pocillopore, etc è molto inferiore perché hanno polipi piccoli, decisamente meno interessanti per lui.
Ma c’è da osservare che in un acquario grande, molto popolato di coralli, in genere i danni che può fare agli SPS, può essere relativo. Perché preferendo altro, lasciano al corallo il tempo di ricrescere.

Invece le Tridacne sono sicuramente un animale da non tenere assieme al Chelmon rostratus. Possono portarle a morte molto velocemente andando ad infastidirle, a beccarle ed anche, nei casi peggiori, a rovinare il loro bisso. Stesso discorso per coralli molli, zoantidi e coralli duri LPS. Possono danneggiarli molto velocemente, inoltre spesso si concentrano sullo stesso corallo non dandogli modo di riprendersi.

Il Chelmon rostratus non è un pesce di taglia importante, ma può arrivare in natura fino a 20 cm (Scott W. Michael e Fishbase), per cui ha bisogno di spazio. E di molti nascondigli. E di tanta fauna bentonica da cercare e beccare per tutto il giorno. Non è un pesce aggressivo e convive pacificamente con tutti. Attenzione però al colore, non ama essere inserito in compagnia di pesci dalla colorazione simile, spesso anche lo Zebrasoma flavescens può essere un problema. Un acquario grande aiuta sempre. Ma considerate che il Chelmon rostratus non ha armi per difendersi quando incontra un pesce chirurgo.

Distribuzione
Il Chelmon vive nell’oceano Indo-Pacifico occidentale: dalle isole Andamane fino alle isole Ryuku in Giappone e ovviamente in tutta la Grande Barriera Corallina australiana. In genere rimane nella fascia da 1 a 25 metri vicino alla barriera.

Comportamento e dimensioni dell’acquario marino consigliate
Il Chelmon rostratus non è un pesce di taglia importante, ma può arrivare in natura fino a 20 cm (Scott W. Michael e Fishbase), per cui ha bisogno di spazio. E di molti nascondigli. E di tanta fauna bentonica da cercare e beccare per tutto il giorno. Io consiglio un acquario marino da almeno 300 litri. Ma se l’acquario dovesse essere pieno di coralli, meglio ancora un 500 litri per diminuire la probabilità che possa fare danni. Non è un pesce aggressivo e convive pacificamente con tutti. Attenzione però al colore, non ama essere inserito in compagnia di pesci dalla colorazione simile, spesso anche lo Zebrasoma flavescens può essere un problema. Un acquario grande aiuta sempre. Ma considerate che il Chelmon rostratus non ha armi per difendersi quando incontra un pesce chirurgo.

Il Chelmon diventa però estremamente aggressivo verso i propri conspecifici. Ma è possibile allevarne una coppia di maschio e femmina, oppure un gruppo molto nutrito, in acquari enormi, dove la dominanza dei pesci sarà data dalla dimensione del singolo esemplare. Ecco, negli acquari domestici meglio non farlo.
Come avere la maggior probabilità di allevamento
Come abbiamo detto il Chelmon rostratus è un pesce molto delicato. Ma ci sono dei trucchi che permettono di tenerlo al meglio in acquario. Prima di tutto, per evitare ogni problematica dovuta alla pesca con il cianuro, e per una acquariofilia consapevole, si può cercare di acquistare un esemplare riprodotto in cattività. Onestamente non so se siano già disponibili, ma sono stati riprodotti nel 2021 da Rising Tide, e ci hanno messo ben 4 anni, la storia è tutta da leggere e la trovate qua: Anche il Chelmon rostratus è stato riprodotto in cattività.

Diversamente puntate sempre su un esemplare quarantenato in negozio. Sarà il solo modo di evitare di portarvi a casa un animale pescato con il cianuro oppure fortemente debilitato.
Passato questo problema, la gestione in acquario del Chelmon rostratus rimane notoriamente complessa e la resistenza dei singoli esemplari può variare molto. Alcuni individui si ambientano nel giro di pochi giorni e iniziano ad accettare cibi freschi o congelati, mentre altri rifiutano il cibo e finiscono per deperire. In questi casi spesso è necessario ricorrere a cibi vivi, come piccole vongole o cozze aperti, oppure gamberetti mysis e artemie vive, che possono stimolare l’appetito dei soggetti più riluttanti.

Un aspetto interessante riguarda la provenienza: gli esemplari raccolti in Australia sembrano adattarsi meglio alla vita in cattività rispetto a quelli esportati dalle Filippine, probabilmente per le diverse tecniche di cattura e di spedizione. Alcuni acquariofili hanno segnalato che individui particolarmente colorati provenienti dall’Asia possano essere stati catturati con il cianuro, fattore che ne compromette la sopravvivenza a lungo termine, anche se questa ipotesi non è stata scientificamente confermata.
È fondamentale inoltre evitare di acquistare esemplari denutriti o emaciati, che difficilmente recuperano la piena salute. Pare anche che i soggetti più piccoli (circa 7,5 cm di lunghezza) abbiano una capacità di adattamento migliore rispetto a quelli di taglia maggiore. In condizioni ottimali, il record di longevità in acquario per questa specie è di circa 10 anni.
Lo sapevi che?
Il Chelmon rostratus è uno dei pochi pesci marini che, in natura, viene spesso osservato a coppie stabili. Non si tratta di semplici aggregazioni temporanee, ma di veri legami di coppia che possono durare per tutta la vita, comportamento raro tra i pesci farfalla. In acquario, inserirne due è molto rischioso (quasi sempre si aggrediscono fino a che uno soccombe), mentre in mare aperto formano vere “coppie inseparabili” che pattugliano insieme il reef alla ricerca di piccoli invertebrati.

Il consiglio di DaniReef: FORTEMENTE CONSIGLIATO solo a chi sa esattamente cosa stia facendo. Segni particolari: bellissimo!
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