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Eunice 2 la vendetta

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Sembrava fosse tutto finito!

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La quiete era tornata nel Reef ed i giorni della lotta contro il mostro erano un lontano ricordo; una storiella che le Acropore raccontavano alle giovani talee per farle addormentare allo spegnimento della plafoniera.

Alba e tramonto si alternavano pigramente nella tranquilla quotidianità della vasca.

I soliti occhi vegliavano costantemente la meraviglia, paghi dei colori, del riverbero luminoso e dell’elegante nuoto di variopinti pinnuti.

Poi, d’improvviso, il terrore! La vista che diviene incubo, incredula al materializzarsi del flagello!

Il drago è tornato!

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Il verme Eunice s’insinua nuovamente tra le rocce; ingrossato e più schifoso che mai.

Attilio (l’amico che eroicamente sconfisse la bestia) sbianca; fu tutto inutile, il male non era stato definitivamente sconfitto!

Persuadere l’aiutante ad intervenire una seconda volta è impresa ardua e faticosa. Nessun veterano, reduce da un’epica battaglia, ambisce al richiamo in armi; i muscoli sono ormai rilassati, la pancia poco tonica e la motivazione non più ferrea.

La contrarietà si riassume in una dichiarazione: “Ambivo ad un’esistenza serena. Sognavo di accudire un inoffensivo disabile fanatico dell’acquario, invece… non una ma due volte… sono costretto a mettere a repentaglio la vita per affrontare una creatura immonda, gigantesca, famelica e dalla ferocia di mille Tyrannosaurus rex.

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Presto me ne andrò alla ricerca di un impiego più semplice e meno pericoloso, che so… sminatore in Iraq, volontario contro il Califfato, collaudatore di dinamite. Ma basta, basta Eunice!”.

Eppure una cosa è il sacrosanto istinto di sopravvivenza, altra cosa l’imperativo categorico che spinge l’impavido paladino del bene ad agire; al dì là di ogni ragione, oltre ogni timore, nell’esclusivo interesse di libertà e giustizia.

Attilio indossa lo scafandro come un’armatura da torneo; impugna pinza e retino come un gladiatore esibisce tridente e maglia metallica; infila guanti come un Top Gun pronto al decollo; calza anfibi col piglio di Rambo; si cala nella protezione anti attacco nucleare-batteriologico-chimico; testa l’efficienza dell’arsenale (stuzzicadenti samurai, siringa caricata ad H2O bollente ed uncinetto sottratto al kit da ricamo di mamma); manda saluti tramite sms ai suoi cari e, finalmente, avvia le ostilità.

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Sposta la pietra della probabile tana quasi avesse tra le mani un ordigno al Plutonio; la ripone nel secchio riempito di acqua d’osmosi e lancia l’urlo ostile: “Lombrico del piffero; su questo pianeta non c’è posto per entrambi. O tu o io, ma ne rimarrà uno solo!”.

Le tenebre calano nella stanza, trafitte soltanto dalla torcia frontale e dal visore notturno agli infrarossi indossati dal nostro eroe.

La roccia è passata al setaccio in ogni suo anfratto, pertugio, possibile tana. I blitz si susseguono rapidi: irruzione con stuzzicadenti, perlustrazione ed uscita dal covo.

Una reale azione da Forze d’Intervento Speciali.

Eccolo il viscido strisciatore (e purtroppo anche ciò che rimane di un Anthias scomparso da tre giorni)! Appiattito codardamente tra un ciuffo di alghe ed una rientranza calcarea.

Ormai è circondato!

Inutile la sua richiesta di un passaporto per Bora Bora, una valigia colma di cozze ed un box volante in polistirolo.

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Nessuna trattativa! Tolleranza zero!

Ancora qualche minuto d’immersione in acqua dolce, per il colpo di grazia, e poi all’attacco!

Impugnando l’uncinetto come una scimitarra, il prode Attilio fa letteralmente a brandelli il mostro. Pezzi di Eunice ricoprono il luogo dello scontro finale, mentre le madri dei copepodi in vasca, coprendo loro gli occhi, allontanano i bimbi dalla raccapricciante scena del massacro.

Tutto è ormai concluso. Sul terreno giacciono zampe pelose, zanne e parti anatomiche irriconoscibili.

La roccia della contesa è ricollocata sulla sabbia; una lapide commemora i terribili giorni dell’epopea.

Le onde increspano dolcemente la superficie della vasca e lo sguardo dell’osservatore scruta speranzoso la pace ritrovata.

Sempre che, un giorno, dalla penombra, un muso sinistro non rifaccia capolino.

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[tutte le foto derivano da wikimedia commons tranne dove diversamente specificato tramite watermark]

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3 COMMENTS

  1. E’ sempre un piacere leggere i tuoi interventi.
    Sei riuscito a rendere Epica la lotta contro un minuscolo esserino creando un’atmosfera quasi tragicomica la repulsione di Attilio per la “bestia”.

    Grazie per condividere con noi queste tue esperienze

    ^_^

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