
Quando si parla di acqua per l’acquario, la domanda che ricevo più spesso è: “Posso usare l’acqua del rubinetto?”.
La risposta breve è: sì, ma solo dopo averla testata.
È una curiosità legittima, soprattutto per chi muove i primi passi e magari ha già un buon impianto domestico di filtrazione. In teoria, potremmo riempire la vasca con la stessa acqua che beviamo, e c’è perfino chi alleva Discus e altri pesci d’acqua dolce in semplice acqua di rete. Ma la teoria non coincide con la buona pratica acquariologica.
La mia esperienza da biologo, confermata da anni di test e di casi reali, mi porta a una conclusione chiara: l’acqua di rubinetto non è la strada più sicura, soprattutto se l’obiettivo è la salute e la longevità a lungo termine dei nostri animali.
Perché testare l’acqua di rete
Su DaniReef ho già spiegato in dettaglio i motivi scientifici in questo articolo: “Pesci tropicali in acqua di rubinetto: l’errore che può essere fatale”. Se non l’hai ancora letto, ti consiglio di farlo: chiarisce quali parametri chimici, pur restando entro i limiti per l’uso potabile, possono essere nocivi per la vita acquatica. Il punto centrale è semplice: l’acqua destinata al consumo umano risponde a normative pensate per la nostra salute, non per quella di pesci, invertebrati e piante. Ecco perché, prima di riempire un acquario – che sia marino o d’acqua dolce – dobbiamo testare l’acqua di rete e sapere esattamente cosa contenga.
L’acqua potabile è regolamentata per l’uso umano, non per la vita acquatica. I limiti di legge assicurano che sia sicura da bere, ma alcuni valori che per noi sono innocui possono essere dannosi per pesci, piante e coralli. Cloro, metalli pesanti, nitrati e silicati sono solo alcuni degli elementi che in acquario possono creare problemi seri.




I parametri fondamentali da controllare
- Conducibilità/TDS: per un acquario dolce comunitario si può restare fra 200–400 µS/cm, per caridine o discus servono valori molto più bassi. Per un marino, l’acqua di partenza deve avere TDS < 5 ppm (meglio se 0) prima di aggiungere il sale;
- Durezza totale (GH) e carbonatica (KH): determinano il pH e la stabilità;
- Nitrati e Fosfati: sotto 10 mg/l e 0,1 mg/l rispettivamente. In acquario marino li vogliamo assenti;
- Metalli pesanti: anche tracce possono essere tossiche per invertebrati e coralli;
- Cloro e Clorammine: disinfettanti per noi innocui, ma letali per la microfauna dell’acquario.
Lo sapevi che?
Il cloro dell’acqua di rete può uccidere i batteri del filtro biologico in pochi minuti. Anche una sola ricarica non trattata può compromettere la maturazione di una vasca.

Perché l’acqua “potabile” non è automaticamente acqua “da acquario”
L’acqua che arriva in casa deve rispettare i limiti di legge per nitrati, metalli, cloro, pH. Questi limiti sono pensati per la salute umana, ma:
- i metalli pesanti (rame, zinco, piombo) possono danneggiare branchie e invertebrati anche a concentrazioni inferiori a quelle consentite per uso alimentare;
- la presenza di cloro o clorammine uccide la flora batterica del filtro biologico;
- un’eccessiva durezza carbonatica può impedire di ottenere pH acidi per specie amazzoniche o asiatiche.
Quando l’acqua di rete può essere “quasi” idonea
In rari casi l’acqua domestica ha parametri già buoni: GH e KH moderati, assenza di metalli, nitrati bassi. In questi casi, si può tagliare con acqua di osmosi inversa per ottenere valori perfetti, soprattutto per acquari d’acqua dolce.


I parametri da misurare




Conducibilità elettrica
Indica la quantità totale di ioni disciolti. Si misura in µS/cm (microsiemens per centimetro).
Acquario dolce amazzonico: 50–150 µS/cm mentre per un acquario di comunità tropicale generica: 200–400 µS/cm.
Per un acquario di ciclidi africani o animali che necessitano di durezze più elevate: 400–700 µS/cm
Il punto di partenza per osmosi inversa è: < 20 µS/cm (TDS ≈ 0–10 ppm)
Durezza totale (GH) e carbonatica (KH)
Il GH misura i sali di calcio e magnesio mentre il KH (alcalinità) stabilizza il pH. Il rapporto fra questi due parametri determina la stabilità chimica della vasca.
pH
La maggior parte dei pesci d’acqua dolce vive tra 6,5 e 7,5, ma specie particolari (caridine, discus, killifish) richiedono valori molto più specifici.
Nitrati (NO₃⁻) e Fosfati (PO₄³⁻)
Nitrati: preferibilmente < 10 mg/L per dolce, 0 mg/L per marino. Fosfati: < 0,1 mg/L per evitare proliferazioni algali. Mentre per un acquario marino raccomandiamo di averli a zero.
Metalli pesanti
Rame, piombo, zinco: anche tracce possono uccidere invertebrati marini o gamberetti d’acqua dolce.
Cloro e Clorammine
Devono essere non rilevabili: anche una ricarica d’acqua non trattata può azzerare il filtro biologico.
Esempio pratico: come tagliare l’acqua di rubinetto con l’osmosi inversa
Immaginiamo di avere questi valori in uscita dal rubinetto:
| Parametro | Rubinetto | Obiettivo per la vasca |
| Conducibilità | 600 µS/cm | 300 µS/cm |
| GH | 14 °dGH | 7 °dGH |
| KH | 10 °dKH | 5 °dKH |
Se dobbiamo preparare 50 litri di acqua per un cambio:
Per dimezzare GH, KH e conducibilità basta mescolare 25 litri di acqua di rubinetto con 25 litri di acqua d’osmosi inversa.
Esempio di taglio con osmosi inversa
Obiettivo: cambio da 50 litri, riducendo GH/KH e conducibilità della metà.
- Acqua rubinetto: 25 litri (GH 14 °dGH, KH 10 °dKH, 600 µS/cm)
- Acqua osmosi inversa: 25 litri (GH 0 °dGH, KH 0 °dKH, ~0 µS/cm)
Risultato atteso: GH circa 7 °dGH, KH circa 5 °dKH, conducibilità ~300 µS/cm.
Puoi adattare la proporzione (ad esempio 1/3 rubinetto e 2/3 osmosi) se desideri valori ancora più bassi.
Quando si parla di “abbassare i valori” con l’acqua di osmosi, è importante ricordare che GH e KH non scendono sempre in modo proporzionale. Il GH (durezza totale) misura la quantità complessiva di ioni calcio e magnesio mentre il KH (durezza carbonatica) rappresenta invece la capacità tampone, cioè quanto l’acqua possa resistere a variazioni di pH.
Un’acqua di rubinetto può avere GH alto e KH medio, oppure viceversa. Riducendo con l’osmosi entrambi scendono, ma se l’acqua di partenza ha molto calcio e poco bicarbonato, il rapporto GH/KH resterà sbilanciato.
Per un acquario tropicale di comunità, un rapporto GH/KH compreso tra 1,5 e 2 garantisce buona stabilità e pH gestibile. Se, dopo il taglio con l’osmosi, noti che il KH è troppo basso rispetto al GH, puoi correggere solo il KH con prodotti a base di bicarbonato di sodio o miscele specifiche, così da mantenere il tampone e prevenire sbalzi di pH.
Rapporto GH : KH consigliato
| Tipo di acquario / specie | GH ideale (°dGH) | KH ideale (°dKH) | Rapporto GH:KH |
|---|---|---|---|
| Tropicale comunitario (pesci robusti) | 6–8 | 3–5 | ~1,5–2 |
| Acquari con piante leggere / caridine | 4–6 | 2–4 | ~1,5–2 |
| Acquario amazzonico / specie soft-acid | 3–5 | 2–3 | ~1,5–2 |
| Acquari per specie che richiedono acqua dura | 10–12 | 5–7 | ~1,7–2 |
Nota: i range sono indicativi e vanno adattati alla specie ospitata. Un rapporto GH:KH compreso tra 1.5 e 2 è spesso il miglior compromesso per stabilità di pH e disponibilità di calcio/magnesio. Per allestimenti specialistici fare sempre riferimento ai valori target della specie e ai test quando necessario.
Perché questo rapporto
Se il rapporto GH/KH è troppo alto (ad esempio GH 10 e KH 2 → rapporto 5:1), l’acqua può avere un’aridità del pH instabile: pochi cambi e il pH può oscillare.
Se il rapporto è troppo basso (per esempio GH 4 e KH 6 → rapporto 0,66:1), pH stabile ma carenza minerale rispetto al contenuto tampone, ossia scarso supporto per calcio/magnesio e crescita ossea (nelle specie che ne richiedono).

Lo sapevi che?
Un’acqua di rubinetto con conducibilità di 500 µS/cm può sembrare ottima da bere, ma per un acquario marino equivale a versare una miscela ricca di sali indesiderati che ostacola la preparazione dell’acqua salata.
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