Home Pesci Acqua Dolce Pterophyllum scalare – lo scalare, il pesce angelo dell’Amazzonia

Pterophyllum scalare – lo scalare, il pesce angelo dell’Amazzonia

Il Pterophyllum scalare, comunemente noto come “scalare” o pesce angelo, è uno dei ciclidi più eleganti e riconoscibili dell’Amazzonia.

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La sua sagoma laterale compressa, le pinne alte e appuntite e il comportamento relativamente pacifico lo rendono un protagonista indiscusso in molte collezioni di acqua dolce tropicale. Nonostante non abbia esigenze particolari rispetto a pesci più comuni, allevare scalari richiede comunque una certa esperienza, perché stabilità dei parametri e compatibilità con altri pesci sono determinanti per il benessere della specie. Non è sicuramente un pesce per vasche piccole o instabili.

Questa scheda è dedicata a chi abbia una conoscenza intermedia di acquariologia e vuole approfondire tutte le caratteristiche biologiche e pratiche per la gestione ottimale in acquario. E’ sicuramente un pesce che potrebbe finire in acquari dei neofiti, in quanto presente in tutti i negozi di acquari. E’ stato il simbolo dell’acquario per decenni. Per questo conoscerlo meglio può aiutare ad allevarlo come si merita.

Tassonomia dello pterophyllum scalare

Nome scientifico: Pterophyllum scalare (Schultze, 1823)
Famiglia: Cichlidae
Genere: Pterophyllum
Specie: Pterophyllum scalare

Habitat e distribuzione geografica

Lo scalare è originario dei bacini amazzonici di Brasile, Perù e Colombia, presente anche in Guyana francese e Guyana. Vive in fiumi lenti, lagune e zone allagate di foreste tropicali, spesso tra radici e piante sommerse. L’acqua può essere limpida o leggermente torbida, ma mai in correnti forti. L’habitat naturale è caratterizzato da vegetazione abbondante e substrato morbido, ideale per la deposizione delle uova e per la protezione dei giovani.

Area geografica Paesi Tipo di ambiente naturale
Bacino Amazzonico centrale Brasile, Perù, Colombia Fiumi e affluenti lenti con vegetazione sommersa
Bacini settentrionali Guyana, Guyana francese Lagune, foreste allagate, acque calme

Nello specifico si tratta di fiumi a corso lento come precisato: Rio delle Amazzoni, nonché nei fiumi Ucayali, Solimões e Amapá (Brasile), il fiume Oyapock (Guiana francese) e nell’Essequibo (Guyana).

Descrizione dello scalare

In natura, lo scalare raggiunge 20‑25 cm di altezza totale, con pinne dorsale e anale lunghe e appuntite. In acquario, le dimensioni variano tra 15 e 20 cm a seconda della genetica e delle condizioni di allevamento. L’acquario consigliato per un giovane gruppo di 4‑6 esemplari parte da 100‑150 litri, ma meglio 150, mentre da adulti è preferibile una vasca di almeno 250‑300 litri, con lunghezza e altezza adeguata per consentire il nuoto verticale. Un esempio 120x50x50 cm (50cm di altezza almeno).

Acquario consigliato giovani: 100‑150 litri, piante robuste, nascondigli, flusso moderato.
Acquario consigliato adulti: 250‑300 litri, flusso costante, zone aperte e zone con radici o legni. Evitate filtri che creano troppa corrente diretta, preferite flusso laminare e dolce.

Specie presenti in natura

In natura esiste esclusivamente Pterophyllum scalare. Le popolazioni locali differiscono leggermente per forma e marcature verticali, ma non esistono sottospecie ufficialmente riconosciute. Le varietà colorate e selezionate visibili nei negozi sono frutto di incroci e selezioni in cattività. Nel commercio acquariofilo si parla genericamente di “scalari”, ma in realtà sotto questo nome ricadono tre specie distinte, tutte appartenenti al genere Pterophyllum, più una serie di popolazioni geografiche o varietà locali del P. scalare.

1.Pterophyllum scalare (Schultze, 1823)

È la specie più comune e diffusa in acquario della quale parleremo in questo articolo e paragrafo.
Popola un’ampia fascia del Bacino Amazzonico (Brasile, Perù, Colombia, Guyana, ecc.).
Da questa specie derivano tutte le varietà ornamentali selezionate: Gold, Koi, Marble, Red Cap, Silver, Half Black, ecc.

Esempi di popolazioni locali (selvatiche):
Manacapuru Red Back – popolazione del Rio Negro (Brasile), caratterizzata da una bellissima colorazione rossa dorsale.
Santarem, Nanay, Peru, Rio Negro, Madeira – varianti geografiche del P. scalare, ognuna con differenze minime in livrea, ma non considerate specie a sé stanti.

Tutte queste, pur diverse visivamente, sono geneticamente P. scalare.


Nel corso degli anni, i Pterophyllum scalare allevati in cattività hanno dato vita a una miriade di varianti cromatiche e morfologiche, molte delle quali oggi considerate vere e proprie forme pregiate dalle collezioni. Tra le più rinomate troviamo il Blue Pinoy, con la sua tonalità blu profonda e striature ben definite, e il Green Avatar, cui viene attribuita una vivace colorazione verde.



Un’altra varietà affascinante è il Manacapuru Red Shoulder, che richiama le popolazioni naturali del Rio Negro, caratterizzata da riflessi rossi nella zona della spalla. Nel panorama delle varianti ornamentali non mancano le forme “smokey”, come il Philippines Smokey Angelfish, così come la curiosa Bulgarian Seal Point, dove le punte delle pinne assumono tonalità scure.


Ad arricchire il repertorio vi sono anche mutazioni più radicali, come Marble, Gold, Black ghost, Pearlscale — quest’ultima nota per le sue scaglie dal riflesso diamantato — o Albino, che elimina quasi completamente i pigmenti scuri. Queste forme pregiate sono il risultato di decenni di selezione, molte volte complesse e delicate da mantenere, e spesso portano con sé esigenze più stringenti di parametri dell’acqua, genetica e stabilità ambientale.

2. Pterophyllum altum (Pellegrin, 1903)

Conosciuto come scalare Altum o Altum dell’Orinoco, è una specie distinta.
Proviene dal fiume Orinoco (Venezuela, Colombia) e dagli affluenti superiori del Rio Negro.

Differenze principali:

  • Corpo più alto e compresso.
  • Profilo della testa più appuntito, con fronte concava.
  • Pinne molto più lunghe e verticali (fino a 40 cm di altezza totale!).
  • Necessita di acqua più tenera e acida (pH 5.0-6.5, GH < 6 °dGH). È più delicato, adatto ad acquariofili esperti.

Non va confuso con gli “Altum peruviani” (vedi sotto), che in realtà non sono veri P. altum. Molti esemplari commerciali venduti come Altum peruviano non appartengono alla specie P. altum. Si tratta di popolazioni amazzoniche di P. scalare, provenienti dal Perù o dal Brasile occidentale, che presentano corpo alto e pinne più sviluppate, ma geneticamente restano scalare. Questa denominazione è solo commerciale, non scientifica.


Discus e P.altum peruensis

3. Pterophyllum leopoldi (Gosse, 1963)

È la terza specie riconosciuta, la più piccola del genere, originaria del bacino del Rio Negro. Spesso viene venduto come “Altum minore”, ma in realtà è una specie a sé, più snella e con una macchia scura caratteristica dietro l’occhio. È piuttosto raro in commercio e poco allevato rispetto agli altri due.

Parametri dell’acqua ideali e tollerabili

I tre rappresentanti del genere Pterophyllum condividono la necessità di acque tenere, leggermente acide e molto pulite, ma presentano differenze sostanziali dovute alla loro origine geografica e al tipo di ambiente in cui si sono evoluti.


Lo scalare comune (Pterophyllum scalare) è il più adattabile: in acquario può vivere bene tra 24 e 29 °C, con un’acqua moderatamente tenera (KH 2–6, GH 3–10) e pH compreso tra 6,0 e 7,0. Tollera una conducibilità medio-bassa (100–250 µS/cm) e livelli di nitrati inferiori a 20 mg/l, ma si adatta bene anche in vasche di comunità, purché la qualità dell’acqua resti stabile. Oggi abbiamo animali di allevamento che tollerano anche durezze maggiori.

Lo scalare Altum (P. altum) richiede invece condizioni più estreme: vive in zone di foresta allagate e acque nere, povere di sali e quasi prive di minerali. La temperatura ottimale è leggermente più alta, tra 28 e 31 °C, mentre la durezza deve restare bassissima (KH 0–2, GH 1–5) e il pH molto acido, spesso compreso tra 4,5 e 6,2. Anche la conducibilità deve restare sotto i 150 µS/cm, con nitrati al di sotto dei 10 mg/l. Per questo motivo, l’Altum è adatto solo ad acquariofili esperti, capaci di mantenere un’acqua estremamente pura e stabile nel tempo. Più tolleranti i ceppi stabilizzati in cattività come gli F1 (primi figli di una coppia selvatica) e F2 (nipoti di selvatici), anche se comunque necessitano di particolari attenzioni e di un’acqua molto tenera, non sono adatti ad una vasca di comunità standard.

Infine, lo scalare leopoldi (P. leopoldi), meno noto ma affascinante, si colloca a metà strada tra le due specie precedenti. Predilige temperature comprese tra 27 e 30 °C, pH tra 5,5 e 6,8, durezza bassa (KH 1–3, GH 2–6) e una conducibilità di circa 80–200 µS/cm. Si tratta di un pesce sensibile ai nitrati e agli sbalzi chimici, ma non richiede condizioni estreme come l’Altum.

In generale, tutti gli scalari beneficiano di acqua ambrata con tannini naturali (ottenuti da foglie di catappa, torba o legni amazzonici), che riproducono l’ambiente originario e contribuiscono a mantenere un pH stabile. Per gli esemplari d’allevamento non provenienti da cattura si osserva una maggiore tolleranza ai parametri più ampi, ma è sempre raccomandabile rimanere nel range ideale per garantire salute e longevità.

Cure

Gli scalari richiedono cambi d’acqua regolari e filtrazione sia meccanica che biologica di qualità. Non sono estremamente delicati, ma prediligono acqua pulita, stabile e leggermente acida. La qualità del cibo e la frequenza dei pasti sono fondamentali per mantenere colori vivi e ridurre lo stress.


Abitudini alimentari

In natura si nutre di piccoli invertebrati, larve e materiale vegetale. In acquario accetta: cibi vivi, congelati e pellet di alta qualità. Varietà commerciali spesso gradiscono anche alimenti secchi bilanciati con proteine.


👉 Nella prossima pagina approfondiamo compatibilità, allestimento e riproduzione.

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