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Il pesce leone raggiunge lo Stretto di Sicilia. Massima allerta per la specie aliena

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Il pesce Leone (spesso erroneamente chiamato pesce scorpione) raggiunge lo Stretto di Sicilia. Massima allerta per la specie aliena

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E’ del 17 Ottobre il comunicato dell’ISPRA che vi riproponiamo di seguito:

Il pesce leone raggiunge lo Stretto di Sicilia. Massima allerta per la specie aliena È stata segnalata di recente in Tunisia (Golfo di Tunisi e Stretto di Sicilia) la cattura di due esemplari di pesce leone Pterois miles, specie aliena originaria del Mar Rosso. Conosciuto per aver colonizzato gran parte delle coste Atlantiche occidentali e il Mediterraneo orientale, il pesce leone è una delle specie marine più invasive al mondo. Le lunghe e sottili spine velenose, poste sulle pinne dorsali, lo rendono estremamente pericoloso per la salute umana. Alla base di tali spine sono presenti alcune ghiandole che producono un potente veleno; nel peggiore dei casi, l’eventuale puntura può avere effetti letali per l’uomo. Il veleno si mantiene attivo dalle 24 alle 48 ore dopo la morte del pesce: la pericolosità resta, quindi, elevata anche su esemplari morti da diverse ore.

La recente segnalazione di pesci leone in Tunisia ed in particolare nello Stretto di Sicilia, lascia ipotizzare un imminente arrivo nelle acque italiane, come già accaduto per altre specie aliene (ad esempio, il pesce palla maculato Lagocephalus sceleratus).

Si ritiene dunque necessario, come peraltro indicato nelle raccomandazioni internazionali sulla mitigazione degli effetti delle specie aliene, dare ampia diffusione della notizia alla cittadinanza e alle categorie maggiormente interessate, quali le associazioni di pescatori professionisti e sportivi, i mercati ittici, i veterinari e gli altri operatori del mare.

Chiunque catturi o avvisti un pesce leone è invitato a fotografare l’esemplare, congelarlo se possibile, dare immediata comunicazione alla Capitaneria di Porto locale e segnalare l’osservazione alla sede ISPRA di Palermo ai numeri di telefono 091/6114044-7302574 e all’indirizzo: alien@isprambiente.it.

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Ed un recente rapporto pubblicato il 30 Giungo 2016 di Demetris Kletou, del laboratorio di ricerca ambientale di Limassol (Cipro), e pubblicato sulla rivista Marine Biodiversity Records dimostra una colonizzazione da parte dei predatori velenosi noti come pesci leone (Pterois miles), delle acque attorno a Cipro.

Prima che possiate pensare cosa c’è di brutto ad avere pesci tropicali nei nostri mari, leggete di seguito cosa si evince dalla pubblicazione sulla rivista Marine Biodiversity Records:

Il Mar Mediterraneo rappresenta circa 0,82% di area  e lo 0,3% del volume degli oceani del mondo ma contiene 4-18% degli organismi marini descritti ed è un hotspot di biodiversità con circa 17.000 specie (Coll et al. 2010).

Gli ecosistemi mediterranei devono affrontare molteplici minacce antropiche quali il cambiamento climatico, oltre alle invasioni aliene e la pesca (Kletou & Hall-Spencer 2012).

La temperatura media dell’acqua di mare del Mediterraneo è in costante aumento, e le specie aliene si stanno diffondendo, causando spostamenti delle comunità e tropicalizzazione (Lejeusne et al 2010;. Montefalcone et al 2015).

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Ora ci sono più di 1000 specie aliene nel Mediterraneo e la maggior parte sono specie termofile, che sono entrate nel bacino orientale attraverso il Canale di Suez (Katsanevakis et al. 2014). Il recente ampliamento di questo canale unito al riscaldamento della superficie del mare sta sollevando preoccupazioni che questo problema peggiorerà (al. Galil et 2015).

Tassi di pesce da migrazione lessepsiana (migrazione dal mar rosso al mediterraneo) stanno aumentando rapidamente; circa il 40% delle 130 specie ittiche aliene che ora vivono nel Mediterraneo sono state segnalate dal 2001 e questi hanno ampliato la loro portata geografica durante questo periodo (al. Zenetos et 2012).

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Il Fistularia commersonii  o pesce flauto ha colonizzato quasi tutto il Mediterraneo, in soli 7 anni (Azzurro et al. 2012) dove ora rappresenta una minaccia per gli ecosistemi locali in quanto si nutre di una grande varietà di prede (41 taxa) e si specializza sul novellame commerciale la boga Boops boops  e Spicara smaris (Zerro)(al. Bariche et 2009).

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Il pesce palla sceleratus Lagocephalus ha ormai raggiunto il Mediterraneo centrale (Azzurro et al. 2014) ed è in espansione ad ovest (Souissi et al. 2014). Si nutre di cefalopodi, Sepia officinalis e Octopus vulgaris (Cuvier 1797) ed è classificato come un parassita della pesca (Kalogirou 2013).

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Continua a pagina due con altre informazioni drammatiche per il nostro mare

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