
Tempo fa, un articolo pubblicato sul quotidiano La Stampa, ha sollevato l’attenzione sul mondo dei batteri negli acquari e su un batterio poco noto.
Questo batterio è poco noto ma potenzialmente pericoloso, si chiama Burkholderia pseudomallei, e potrebbe esistere una possibile connessione con gli acquari domestici. Sebbene il tema abbia suscitato preoccupazioni perché coinvolge microorganismi, vogliamo chiarire la situazione ed evitare allarmismi inutili, analizzando i rischi reali e come prevenirli. Secondo quanto riportato, il batterio Burkholderia pseudomallei è responsabile della melioidosi, una malattia grave ma rara, soprattutto in Europa.
Batteri pericolosi. Cosa dice l’articolo originale?
Secondo quanto riportato nell’articolo a questo link, il batterio Burkholderia pseudomallei è responsabile della melioidosi, una malattia grave ma rara, soprattutto in Europa. Il batterio è tipico di ambienti tropicali e si trasmette attraverso terreni o acque contaminati. L’articolo suggerisce che anche gli acquari potrebbero essere un potenziale vettore, ma non specifica se si parli di acquari dolci o marini.


Vogliamo approfondire questa affermazione e chiarire come ridurre al minimo eventuali rischi per chiunque abbia o desideri un acquario in casa. Non è affatto comune imbattersi in microrganismi pericolosi di questo tipo.
In realtà però l’articolo è soltanto ipotetico. In Europa i rari casi di melioidosi si sono verificati quasi esclusivamente in viaggiatori di ritorno dal Sud-Est asiatico o dall’Australia settentrionale, dove il batterio è endemico. Non esistono segnalazioni documentate di infezione legate ad acquari domestici europei.
Il batterio Burkholderia pseudomallei e la melioidosi: cosa c’è da sapere?

Burkholderia pseudomallei è un batterio ambientale che vive principalmente in terreni e acque dolci stagnanti di zone tropicali. La melioidosi, causata da questo microrganismo, si manifesta con sintomi che possono variare da infezioni polmonari e cutanee a setticemia nei casi più gravi. Per gli acquariofili italiani, il rischio di esposizione è estremamente basso, considerando che il batterio si trova in natura solo in specifiche regioni del mondo e non è comune negli ambienti europei o negli acquari ben mantenuti.
Acquari dolci o marini: quali sono i veri rischi di incontrare questi batteri?






La distinzione tra acquari d’acqua dolce e marina è cruciale:
- Acquari d’acqua dolce: sono teoricamente più vulnerabili all’introduzione accidentale del batterio, soprattutto attraverso piante, decorazioni o materiali provenienti da zone tropicali.
- Acquari marini: l’elevata salinità dell’acqua marina rappresenta un ambiente ostile per il batterio, riducendo praticamente a zero il rischio di sopravvivenza e proliferazione.
Di conseguenza, chi possiede un acquario marino può considerarsi praticamente al sicuro da questo tipo di contaminazione.

Come prevenire rischi legati agli acquari
Pur essendo molto raro contrarre melioidosi da un acquario domestico, alcune buone pratiche garantiscono sicurezza e tranquillità:



- Acquistare materiali e organismi da fornitori certificati per evitare contaminazioni.
- Usare guanti protettivi durante la manutenzione, soprattutto in caso di ferite aperte sulle mani.
- Evitare l’uso di materiali non trattati o provenienti da fonti non affidabili, in particolare per gli acquari d’acqua dolce.
- Mantenere un’adeguata igiene dell’acqua e delle attrezzature (filtri, tubazioni, strumenti) per ridurre ogni rischio microbiologico.



Seguendo queste linee guida, è possibile mantenere un acquario sano e ridurre al minimo ogni preoccupazione.
Conclusioni: un approccio informato e sereno
Pur comprendendo l’interesse suscitato dall’articolo originale, è importante ricordare che il rischio di infezione da Burkholderia pseudomallei negli acquari italiani è estremamente basso. Allarmarsi inutilmente non è necessario: basta mantenere una corretta gestione dell’acquario e prestare attenzione alla provenienza di materiali e organismi.
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