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I coralli possono battere il cambiamento climatico… fino a un certo punto

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Porites cilindrica - I coralli possono battere il cambiamento climatico... fino a un certo punto
Porites cilindrica

Alcuni ricercatori hanno scoperto che il corallo LPS Porites lobata ha subito delle mutazioni per far fronte al cambiamento climatico.

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Partiamo da quanto asserito da un recente rapporto delle Nazioni Unite redatto dal Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC) che ci avverte che alcune barriere coralline potrebbero subire danni irreversibili se la terra venisse riscaldata di oltre 1,5°C (trovate il documento, enorme, in calce all’articolo nel paragrafo riferimenti). Nel rapporto, che risale al 2018, hanno sintetizzato che un aumento di 2ºC o più significherebbe che il 99% di tutti i coralli che costituiscono le barriere coralline potrebbe andare perso.

Alcuni ricercatori, Tisthammer, K.H., Timmins-Schiffman, E., Seneca, hanno però scoperto il contrario pubblicando la loro scoperta su Nature Scientific Reports nella quale si riporta come i coralli LPS Porites lobata possono far fronte ad aumenti di temperatura di ben 2°C.

Il corallo LPS Porites lobata è una delle quattro specie di coralli più importanti per la costruzione di barriere coralline alle isole Hawaii. Questo corallo, resistente all’inquinamento e alle fonti di stress, può essere trovato in una ampia varietà di habitat, dalle pozze di marea fino ad una profondità di 45 m in tutta la regione indo-pacifica.

Vita sulla barriera corallina
Vita sulla barriera corallina

Lo studio di cui sopra ha avuto luogo sulle popolazioni di coralli Porites lobata di Maunalua Bay, alle isole Hawaii. I risultati dei test hanno mostrato una chiara differenziazione genetica tra i coralli costieri “inquinati e ad alto stress” e i coralli offshore “meno inquinati e a basso stress“. Le risposte fisiologiche differivano significativamente tra le popolazioni, rivelando tratti più resistenti allo stress nei coralli vicino alla costa. Questi risultati forniscono informazioni sul potenziale adattivo del corallo e hanno rivelato potenziali biomarcatori proteici che potrebbero essere utilizzati per prevederne la resilienza.

Quindi il futuro che ci si prospetta non è proprio del tutto oscuro. I coralli stanno reagendo e stanno guadagnando un po’ di tempo. Questo però non deve farci deragliare dall’impegno di fare qualcosa per contrastare il cambiamento climatico. Ed ogni piccolo intervento in questo senso aiuta.

Riferimenti

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