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Come allestire una vasca di quarantena e perché farlo. Perchè rischiare?

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Come per le persone, anche nel mondo dell’acquariofilia la quarantena è uno strumento molto utile a prevenire e combattere la diffusione di organismi indesiderati.

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Siano essi parassiti, batteri, virus o alghe, un periodo di isolamento ne impedisce la diffusione e consente, dove necessario, il trattamento mirato. Nella grande distribuzione, nelle serre e nei sistemi di allevamento in generale è una procedura standard che protegge non solo gli animali, ma garantisce anche la continuità del business.

Quali sono le idee alla base della quarantena?

  • Isolamento: Niente entra nel sistema una volta cominciato il processo, se si inserisce un nuovo animale, il periodo necessario ricomincia da capo (30 giorni per i pesci, circa il doppio per i coralli);
  • Controllo: Consente l’osservazione degli animali in un ambiente confinato, di solito più piccolo del sistema finale. Non c’è competizione per lo spazio, per la luce e per il cibo per cui l’animale (già stressato dal trasporto) può rilassarsi e nutrirsi adeguamente;
  • Adattamento: Tutti gli animali hanno la capacità di adattarsi ai cambiamenti (entro certi limiti ovviamente). Il processo però richiede tempo e “fatica”. Un animale più tranquillo e ben nutrito avrà sicuramente più possibilità di adattarsi alla nuova sistemazione;
  • Cura: Se l’animale è portatore di una qualche malattia o parassita, può essere curato in un ambiente controllato. Si possono monitorare le sue condizioni e intervenire in maniera mirata;
  • Attenzione: Richiede attenzione, pazienza e dedizione. Bisogna osservare gli animali, mantenere la vasca in condizioni ottimali, controllarne i parametri, ecc. Se non si crea un ambiente adeguato si rischia di procurare più danni che benefici.

Le infestazioni più comuni dei coralli

Per quanto riguarda i coralli, possiamo citare almeno 3 parassiti che possono devastare un acquario di barriera: turbellarie, nudibranchi e red bugs.

Le turbellarie sono dei vermi piatti che possono nutrirsi del tessuto dei coralli duri, in particolare delle Acropore. Per informazioni più dettagliate su questi animali consiglio di leggere un nostro approfondito articolo che ne parla qui. I nudibranchi sono dei piccoli molluschi che possono attaccare sia coralli molli che duri. Hanno la caratteristica di assumere il colore dell’animale di cui si stanno nutrendo per cui risulta molto difficile individuarli. I red bugs sono dei piccoli crostacei dal colore piuttosto acceso, si nutrono del tessuto di varie specie di Acropora.

Turbellarie su un ramo di acropora

Controllo della popolazione

Se ci rendiamo conto della presenza di un parassita nel nostro acquario possiamo ricorrere all’introduzione di predatori naturali. In questo modo si può riuscire a mantenere la popolazione a livelli non pericolosi. Per esempio nel caso delle turbellarie, il Lysmata wurdemanni e lo Pseudocheilinus hexatenia sono degli ottimi predatori naturali.

Pseudocheilinus hexatenia

Le infestazioni più comuni dei pesci

Per quanto riguarda i pesci citiamo le 2 patologie più diffuse: la malattia dei puntini bianchi (Cryptocaryon irritans) e la malattia del velluto (Oodinium ocellatum).

Il ciclo vitale di Cryptocaryon e di Oodinium è simile ed è costituito da 4 fasi: trofonte (parassita presente sul pesce), protomonte (lscia l’ospite e si attacca ad un substrato), tomonte (fase riproduttiva con produzine dei tomiti), teronti (fase di ricerca ed infezione di un ospite). Un pesce infetto da Cryptocaryon manifesta la presenza di macchie puntiformi bianche su tutto il corpo, questi puntini sono i parassiti nella fase di attacco e nutrimento. Un pesce infetto da Oodinum presenta una patina biancastra su tutto il corpo. La differenza tra questi parassiti è la velocità di infezione e di riproduzione, Oodinium è molto più veloce e questa caratteristica lo rende ancora più letale. Alcune informazioni utili per combattere una infezione da Cryptocaryon e da Oodinum le potete trovare qui.

Come realizzare una vasca di quarantena

Il sistema deve essere semplice e di facile gestione, per cui sono sufficienti un filtro, un pompa di movimento, una luce (se la vasca ospiterà i coralli è necessaria una luce adatta), un riscaldatore e qualche nascondiglio (i tubi in PVC vanno benissimo). E’ meglio non usare le rocce perchè possono rilasciare le sostanze che hanno assorbito o fare da susbtrato per lo stadio larvale dei parassiti (stesso discorso per la sabbia). L’unica eccezione è quando si tratta di animali che hanno bisogno della sabbia come i labridi. Consiglio comunque di metterla in un contenitore di plastica e non in tutta la vasca. Assumendo che la vasca principale sia libera da malattie si può usare l’acqua proveniente da lì per riempire la vasca di quarantena. Cercare di utilizzare lo stesso sale per i cambi d’acqua è anche una buona idea (il trasferimento sarà meno stressante). Infine, non è necessario che la vasca di quarantena sia sempre in funzione. E’ sufficiente predisporla qualche settimana prima dell’acquisto dei pesci. Per i coralli probabilmente serve ancora meno.

Prevenzione 

Quando riceviamo un nuovo animale, che venga dal negozio o dalla vasca di un amico non ha importanza, è sempre una buona idea fare un ciclo in acqua osmotica e/o con disinfettanti prima di inserirlo nella vasca di quarantena. Sia per i pesci che per i coralli il processo non provoca danni all’animale ma dovrebbe indurre eventuali parassiti a staccarsi dai tessuti (sono più sensibili ai cambi di salinità). E’ importante cercare di uguagliare la temperatura (e il PH) dell’acqua dolce in modo da ridurre al minimo lo stress. Il tempo di questi bagni può variare da qualche minuto a 10 minuti, senza superare i 15 minuti. Successivamente per i pesci si può decidere di effettuare un trattamento preventivo, personalmente evito di farlo tranne in casi di evidenti di malattie.

Acanthurus leucosternon spesso oggetto di parassitosi varia

Di solito il trattamento più efficace è con prodotti a base di rame, dura circa 14 giorni e bisogna controllare la concentrazione del rame giornalmente. Anche in questo caso se viene eseguita correttamente non ci dovrebbero essere problemi per gli animali. In seguito bisogna rimuovere la medicazione utilizzando il carbone attivo o effettuando un cambio d’acqua del 100%. Infine, una volta giunti al termine del periodo di quarantena si può inserire il pesce nel proprio acquario.

L’ultimo consiglio è quello di metterlo in un contenitore trasparente che consenta il flusso d’acqua all’interno (tipo le nursery) per un periodo di tempo (da qualche ora a qualche giorno), in questo modo anche gli altri abitanti possono conoscere ed abituarsi al nuovo arrivato.

Se seguiti, questi consigli aumenteranno drasticamente la percentuale di successo nell’inserimento di nuovi animali nel proprio acquario.

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