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Gli errori che persino gli acquariofili più esperti possono commettere

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Michael Paletta è un’acquariofilo marino da sempre, è nell’hobby da più di 30 anni, da quando addirittura si pensava fosse impossibile tenere vivi i coralli per più di una settimana.

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Attualmente possiede 5 vasche marine di diversa grandezza che vanno da circa 100 a circa 1.200 litri, scrive su una serie di riviste americane oltre che su vari forum ed inoltre il canale YouTube AmericanReefChannel fa spesso video-interviste con lui approfondendo vari aspetti dell’hobby. A mio modo di vedere può essere considerato un vero esperto del settore.

Sbagliare è umano, esordisce Michael, ricordando che anche chi è un acquariofilo esperto non è immune dal commettere errori, inoltre non è mai facile accettare di aver sbagliato, né con noi stessi, né con gli altri.  Uno dei modi migliori per affrontare la situazione quando questo accade è quello di avere amici che condividono la nostra stessa passione e discutere insieme dei propri errori.

Secondo l’acquariofilo Statunitense esistono 2 grandi categorie di errori, quelli che si verificano perché si fa qualcosa di sbagliato e quelli che si verificano perché non si fa qualcosa di corretto.

DaniReef e Michael Paletta al PetsFestival 2016
DaniReef e Michael Paletta al PetsFestival 2016

Nella prima categoria rientra sicuramente il fatto di aggiungere degli abitanti non adatti alle nostre vasche. Un pesce può essere inadatto, per esempio, non perché proviene dai Caraibi e lo inseriamo in una vasca con coralli del Pacifico, ma perché si comporta come non avremmo mai previsto.

Questo può succedere perché siamo stati superficiali nella scelta o  perché speriamo che in acquario si comporti diversamente che in natura. Non stiamo parlando di pesci che, anche se vengano considerati generalmente reef-safe come i Centropyge (pesci angelo nani) possano creare problemi, parliamo di pesci di cui siamo praticamente certi che in nessun modo possano danneggiare altri abitanti della vasca.

Tra i vari esempi che Paletta ricorda ce n’è uno sul quale si sofferma di più, e cioè quando un suo amico aggiunse, ad una vasca enorme (1000 galloni, circa 4000 litri) 3 piccoli esemplari della famiglia degli Holocentridae, anche conosciuti come pesci scoiattolo o pesci soldato.

Myripristis murdjan
Esemplare di Myripristis murdjan, da notare la bocca tra le più grandi rispetto ad altri pesci della stessa taglia

Appena aggiunti non crearono problemi ed essendo notturni stavano nascosti la maggior parte del giorno. Dopo un po di tempo però, cominciò a notare la scomparsa di alcuni pesci, senza mai trovare i corpi, ma visto che gli  Holocentridae sono attivi prevalentemente di notte non aveva attribuito a loro la colpa. Sta di fatto che, una volta resosi conto del problema, dovette smontare la vasca per catturarli.

Inutile dire che smontare una vasca di 4000 litri non è come svuotare un nano-reef da 100 litri. Quando si aggiunge un abitante in acquario bisogna sempre considerare  le dimensioni e le abitudini alimentari dell’esemplare adulto. Inoltre aggiungere animali senza averli prima quarantenati o almeno trattati è un’operazione rischiosa.

Sfortunatamente non c’è modo di rimuovere il 100% dei parassiti/infezioni però è possibile riddurne sicuramente il numero.

Zebrasoma con Cryptocaryon irritans
Cryptocaryon irritans è il parassita responsabile della malattia dei puntini bianchi in acquario marino

Altra considerazione legata all’inserimento di nuovi animali in vasca è l’acclimatamento. Dopo essersi assicurati (per quanto possibile) che siano sani, non bisogna farsi prendere dalla fretta ma rispettare i tempi di ambientamento. A mio avviso è un’aspetto addirittura più importante della quarantena e del trattamento. Aggiungere un pesce sano e vedere che viene attaccato e stressato dagli altri abitanti equivale ad inserirlo già morto.

Il processo è diverso per animali diversi, anche se le modalità sono simili, i coralli per esempio devono essere acclimatati alle condizioni chimico-fisiche della vasca, principalmente alla luce per cui è buona norma metterli sul fondo e gradualmente posizionarli dove ci sembra più corretto.

Stesso discorso per il movimento dell’acqua, quando, per esempio, si puliscono le pompe o quando se ne aggiungono di nuove è meglio non farle andare subito al massimo della potenza ma aumentare gradualmente il flusso in modo che tutti gli abitanti possano adattarsi al nuovo pattern di flussi.

Allo stesso modo quando vengono sostituiti i materiali filtranti e/o le resine adsorbenti è consigliato farlo in modo graduale in modo da non provocare cambiamenti repentini nella chimica dell’acqua. Bisogna sempre ricordarsi che tutti gli organismi viventi sono in grado di adattarsi al variare delle condizioni ma è un processo che ha i suoi tempi e sta a noi acquariofili rispettarli.

Tra gli errori più comuni commessi anche dagli acquariofili più esperti ci sono sicuramente quelli dati dalla fretta o impulsività. E’ capitato a tutti, spesso nei negozi o ancora di più alle fiere di vedere qualcosa di “unico” o “irrinunciabile” e di sentire il bisogno di comprarlo immediatamente, ecco spesso questo sentimento conduce a fare acquisti sbagliati o inutili di cui magari ci si pente in futuro.

A mio modo di vedere è sempre meglio avere le idee chiare prima di andare in negozio o nelle fiere, essersi documentati online, aver fatto i compiti insomma, non ci scordiamo infatti che i negozianti e gli espositori sono li per un motivo, vendere. Molto spesso conviene aspettare e pensare un po di più prima di aggiungere qualcosa alle nostre vasche, è sempre utile ricordare che una delle caratteristiche principali di questo meraviglioso hobby è che i risultati si hanno con la pazienza.

A proposito di aggiungere qualcosa, conclude Paletta, un errore che spesso si fa è quello di non considerare gli spazi vitali degli animali. A tutti piace avere un’acquario pieno di coralli e pesci, dove le rocce neanche si vedono più, pieno di colori e dalle mille forme che si interconnettono fra loro creando una struttura unica. Fortunatamente con la conoscenza e la qualità delle attrezzature odierne è possibile avere un acquario così dopo un periodo relativamente breve, parliamo di 1 o 2 anni. Per cui non c’è bisogno di riempire le nostre vasche subito con piccoli frags o colonie che poi non avranno modo di crescere e bisognerà quindi intervenire in futuro spostandole o riadattando la struttura. Inoltre dando il corretto spazio di crescita si potrà apprezzare meglio le forme ed i colori di coralli non stressati dai vicini.  Nelle nostre vasche, come in natura, gli animali sono in lotta costante per lo spazio, per la luce e per il cibo.

Acanthastrea echinata che secerne i filamenti mesenterici a discapito di un corallo vicino
Acanthastrea echinata che secerne i filamenti mesenterici a discapito di un corallo vicino (Immagine presa da http://extrememarine.org.uk/
 

La maggior parte degli errori sopraelencati possono essere inseriti nella prima categoria, cioè quando si fa qualcosa di avventato o sbagliato.  Per quanto riguarda la seconda categoria, e cioè gli errori dovuti a mancanze o omissioni, i principali sono sicuramente dati dalla troppa sicurezza, cioè la tendenza a sopravvalutare le nostre capacità di osservazione e di risoluzione dei problemi che possono presentarsi nei nostri acquari.

Dobbiamo sempre ricordare che in realtà le nostre conoscenze degli ecosistemi marini sono limitate e che ci sono una serie di fenomeni e di interazioni che semplicemente non si conoscono. Quando diventiamo un pò più pigri, non eseguiamo le manutenzioni corrette, non testiamo i parametri come dovremmo, siamo sicuramente più inclini a commettere errori. Tutti sappiamo che correggere una situazione richiede più tempo e spesso più denaro che prevenirla.

Gestire un ecosistema è complesso e richiede una attenzione costante anche alle piccole cose per cui quando sbagliamo, accettiamo il fatto, impariamo dai nostri errori e magari condividiamoli in modo da aiutare altri appassionati come noi a non commetterli.

[Da una idea di ReefBuilders]

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2 COMMENTS

  1. Da una frase dell’articolo, mi viende da pensare che ad esempio il carbone, sarebbe interessante provare a sostituirne metà ogni 15 giorni…. E questo sarebbe fattibile, ma cambiare solo metà resine, avendo un unico letto fluido, come si può fare?

  2. Ciao HKK, secondo me il punto del discorso è sempre quello di cercare di effettuare i cambiamenti e gli aggiustamenti in modo graduale, per quello che riguarda le resine nello specifico, dipende dai livelli dei composti che hai in vasca, è chiaro che se uno ha una concentrazione di PO4 per esempio di 0,5 ppm e utilizza delle resine per abbassarli e portarli a 0,05, è un processo che va fatto lentamente quindi magari utilizzando la metà del materiale adsorbente in più cicli (tipo aggiungere una certa quantità ogni settimana). Se invece la vasca è già magra e la si vuole mantenere così allora si può anche cambiare tutto il materiale perchè la differenza tra la concentrazione iniziale e finale non è cosi elevata.

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