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La colorazione dei coralli fra cromoproteine, zooxanthellae e azoto

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La funzione dei composti azotati

Le zooxanthellae che vivono in simbiosi con il corallo sono dotate di cromatofori (cellule che portano il pigmento colorato) che hanno colore verde quando la clorofilla non è mascherata da altri pigmenti che impartiscono colorazioni che vanno dal rosso al bruno come ad esempio la ficoeritrina che è di colore arancio.
Nitrati, nitriti e nitrosamine sono composti costituiti da azoto e ossigeno. Le piante impiegano azoto per sintetizzare le proteine necessarie alla loro crescita. Lo assorbono dal terreno direttamente sotto forma di nitrato oppure associato ad altre sostanze.

L’azoto viene organicato per la sintesi degli amminoacidi e di altre molecole organiche.

L’azoto nitrico ha il più alto numero di ossidazione possibile per l’azoto (+5). Mentre soltanto l’azoto con numero di ossidazione -3 può essere trasformato in azoto organico, quindi il nitrato penetrato nelle cellule subisce una riduzione ad ammoniaca. Questo processo viene chiamato riduzione assimilativa del nitrato.

La prima tappa dell’organicazione consiste nell’incorporazione dell’ammoniaca nei gruppi amminico ed ammidico del glutammato e della glutammina. A partire dall’azoto amminico ed ammidico di questi due amminoacidi si possono formare tutti i composti azotati cellulari.

Quanto esposto finora chiarisce l’importanza del gruppo NO3- (nitrato) per la vita delle zooxanthellae ed il conseguente sviluppo dei gruppi cromofori colorati che ogni acquariofilo marino cerca di sviluppare.

Tutti sappiamo come un eccesso di queste alghe porti ad una colorazione marrone del corallo stesso. Questo poiché i gruppi cromofori gialli, verdi, blu, arancio sono stimolati dalla forte illuminazione (essendo prodotti per proteggere l’animale principalmente), oltre che come già visto dalla presenza di microelementi. Quelli che tutti gli acquariofili chiamano elementi traccia o oligoelementi.

L’importanza dell’alimentazione e dei nutrienti

La sostanza di questo articolo è che le vasche troppo magre presenteranno deficit di zooxanthellae che se da un lato vuol dire eliminare il marrone dall’altro significa non cibare il polipo del corallo che trovandosi in ambienti spesso oligotrofici (poco cibo) potrebbe soccombere.

Il cibo prediletto dal polipo del corallo è quello vivo ovvero lo zooplancton, che a sua volta viene alimentato dal fitoplancton. Il POM ed il DOM sono fonti di cibo “sporco” non essendo vivo, per cui putrefacendosi, se in eccesso libererebbero ammoniaca tossica.

Il mio acquario ideale quindi è rappresentato da una vasca principale, un refugium per riprodurre cibo vivo, forte illuminazione e con spettro misto (mai trascurare la componente blu, più energetica) per fare produrre i pigmenti più affascinanti, valori di nitrati e fosfati vicini allo zero ma mai a zero.

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