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Interzoo 2016: lo stand Aquanetta con uno strano prototipo di acquario all-in-one

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Quello che ci si è presentato davanti, per la verità in una versione davvero pre-produzione e quindi non proprio curata nei particolari, è il frutto della particolare concezione di acquario che i tecnici Aquanetta hanno voluto sviluppare.

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Il prototipo di acquario all-in-one Aquanetta presente nello stand in Interzoo 2016

Un acquario totalmente indipendente, che non necessita di schiumatoio, reattori di calcio, pompe o altro, ma si basa su alcune soluzioni appositamente studiate per effettuare il filtraggio, e tutte le operazioni normalmente presenti in un comune acquario.

Aquanetta ci ha spiegato che nel suo progetto di acquario l’acqua non lascia mai, ma proprio mai la vasca principale. Ciò nonostante la stessa viene efficacemente trattata e pulita delle proteine e dai residui di sporcizia.

In effetti per essere più precisi potremmo dire che non esiste una sump per la predisposizione della parte tecnica, poiché la schiumazione avviene tramite bolle d’aria nella camera posteriore della vasca principale che viene denominata Mułapka.

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Una vista laterale dell’acquario all-in-one di Aquanetta

In pratica la particolare conformazione della vasca permette all’acqua di tracimare dalla parte superiore nella camera adiacente dove, tramite un aeratore vengono prodotte le bolle per la schiumazione. Non esistono quindi pompe, ne parti elettriche all’interno della Mułapka che come già detto è unicamente alimentata ad aria. In definitiva questa camera si comporta in tutto e per tutto come uno schiumatoio appeso, con l’aria che viene convogliata attraverso dei diffusori a carbone del tipo che abbiamo visto in precedenza, per garantire la maggior quantità possibile di bolle e quindi una superficie di schiumazione più estesa.

Lo schiumato viene confinato in un vano di raccolta che dovrà essere periodicamente svuotato, mentre l’acqua pulita torna nel vano principale ancora una volta per tracimazione.

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Particolare del vano di raccolta dello schiumato. Nella parte sinistra si può apprezzare la costituzione del Bioreactor come concepito da Aquanetta

Uno degli elementi fondamentali di questo acquario è infine costituito dal Bioreactor.

In pratica il Bioreactor è un DSB evoluto alto circa 12cm formato da strati di diverso materiale sotto ai quali viene posizionato un pannello che permette l’ingresso dell’acqua nella parte sottostante e la sua fuoriuscita attraverso la finissima griglia superiore dello stesso.

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Il pannello che permette il passaggio di acqua dal basso verso l’alto nel Bioreactor di Aquanetta

A questo punto l’acqua attraverserà i vari strati del DBS che nello specifico caso erano così costituiti:

  • Uno strato di carbonato di calcio CaCO3;
  • Uno strato di idrossido di alluminio Al(OH3);
  • Un secondo strato di carbonato di calcio CaCO3;
  • Uno strato di polvere di dolomite;
  • Uno strato di sabbia fine della granulometria 0.5-1mm;

Naturalmente questo considerando il primo a contatto con il pannello in basso e gli altri a seguire verso l’alto fino alla sabbia in superficie.

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Il gentilissimo responsabile Aquanetta ci mostra come rimuovere la cover nell’acquario all-in-one

L’utilizzo del Bioreactor ha come vantaggio l’eliminazione di ammoniaca e nitrati, il contenimento di fosfati e metalli pesanti che vengono legati chimicamente al materiale presente nel substrato (idrossido di alluminio), ed infine l’introduzione di calcio in vasca.

L’illuminazione dell’acquario è stata anch’essa integrata nella parte superiore della vasca, ed è posta a pelo dell’acqua in un compartimento semi-stagno per evitare fenomeni di ossidazione e quindi un usura eccessiva.

Il Cover Module può essere facilmente aperto e può alloggiare svariate tipologie di plafoniera, ferme restando le limitazioni di dimensione e forma dello stesso.

Questo perché Aquanetta ha voluto che l’utente finale fosse libero di scegliere il proprio tipo di illuminazione preferito, senza dover per forza utilizzare una soluzione predefinita.

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Particolare del Cover Module Aquanetta. Può alloggiare una plafoniera e garantire una tenuta quasi stagna

In ogni caso chi non avesse esigenze particolari in fatto di illuminazione può senza dubbio mantenere la soluzione di default che prevede l’utilizzo di una lampada con spettro marino a tre canali Led.

Non abbiamo purtroppo molti dettagli su questa plafoniera visto che il tutto era chiaramente allo stato di prototipo.

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Un altro dettaglio del top vasca di Aquanetta, con il Cover Module e la ventola di raffreddamento

Infine il raffreddamento della vasca è attuato tramite una ventola da 14 Watt posta a pelo dell’acqua, che secondo Aquanetta è in grado di erogare quasi 200 Watt di potenza refrigerante grazie alla rimozione del calore derivante dalla vaporizzazione.

In conclusione lo sforzo di Aquanetta nel fornire un prodotto tecnicamente e concettualmente diverso da quanto attualmente in commercio ci è sembrato decisamente apprezzabile.

Ci vuole coraggio a sperimentare e introdurre sul mercato soluzioni innovative. D’altro canto la costruzione e l’assemblaggio presentato in fiera era purtroppo un po’ confusionario, e non curato nei minimi dettagli, come potete vedere anche dalle foto.

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La parte posteriore della vasca Aquanetta non è sicuramente un bel vedere, ma durante il normale funzionamento è nascosta da una cover di metallo satinato

Siamo sicuri comunque che il disordine presente sull’acquario esposto era in qualche modo necessario per poter spiegare agli avventori il funzionamento dell’assieme e confidiamo sul fatto che alcune sbavature presenti nella vasca, a partire dalle siliconature “poco eleganti” fino ad una disposizione dei cablaggi un po’ lasciata al caso, saranno sistemate nelle versioni da commercializzare, garantendo un prodotto di prim’ordine all’utente finale.

Siamo naturalmente curiosi di sapere se una gestione di tal genere alla lunga possa essere pagante.

Ad esempio ci sono sorti alcuni dubbi sulla resa effettiva del substrato di idrossido di alluminio nella riduzione dei fosfati a lungo termine, visto che le caratteristiche adsorbenti potrebbero nel tempo andare a decadere rendendo di fatto inutile questa parte di fondo.

Inoltre ci è sembrato un po’ scomodo il fatto di non avere un punto di accesso per rimuovere lo schiumato che man mano si deposita sul fondo del vetro posteriore, visto che il vano è abbastanza stretto saremo costretti ad aspirare il tutto, ma sicuramente avremo delle difficoltà a pulire in quella zona.

Dettagli, in effetti, che poco o nulla tolgono ad un concept intrigante che potrebbe sicuramente trovare una sua fetta di estimatori.

Per chi volesse avere ulteriori notizie vi rimandiamo al sito ufficiale di Aquanetta. Purtroppo anche qui la navigazione risulta abbastanza difficile visto che il sito è in sola lingua polacca, ma con un buon traduttore e un po’ di pazienza riuscirete sicuramente a districarvi.

Come sempre vi ricordiamo il nostro Editoriale per tutte le nostre considerazioni sull’Interzoo 2016 e per avere il link diretto a tutti gli articoli finora pubblicati.

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Editoriale Interzoo di Norimberga 2016

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