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Le comunità marine si rivelano le più sensibili alla temperatura e al surriscaldamento globale

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Marsa Alarm Egitto 2008

Il surriscaldamento globale potrebbe alterare gli equilibri marini in maniera significativa, ce lo dice uno studio dell’università Inglese di Southampton, che lo scorso 12 Novembre ha pubblicato la notizia (http://www.southampton.ac.uk/news/2015/11/thermal-sensitivity-study.page) di uno studio effettuato insieme all’università svedese di Stoccolma e l’università di Tasmania in Australia.

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La sensibilità al cambiamento di temperatura di molte creature marine è infatti altissima ed il surriscaldamento globale potrebbe portare a delle forti variazioni anche nel breve periodo. Moltissime specie infatti vivono già oggi in acque la cui temperatura è al limite della loro sopportazione, mentre altre potrebbero sopportare anche un aumento significativo. Queste differenze dipendono da una serie di fattori, storici, ecologici ed evolutivi. Il problema non riguarda le singole specie ma intere comunità, intese come una serie di organismi che interagiscono.

Lo studio è stato possibile grazie all’analisi dei dati di oltre 2.500 specie di pesci e 1.200 specie di invertebrati di tutto il mondo (raccolti da Reef Life Survey) che hanno aiutato i ricercatori a stabilire quali comunità sarebbero più esposte al cambiamento climatico. La risposta è che le zone dove la superficie dell’acqua raggiunge i 24°C durante estate saranno le più colpite dato che qui molte specie vivono già al limite delle temperature sopportate. Come luoghi specifici ci vengono indicati il golfo del Siam, la parte sud dei Caraibi, e la piccola isola a nord della Nuova Zelanda.

alba nel mar rosso pseudanthias squamipinnis

Secondo la ricercatrice ed insegnante Dr. Amanda E Bates dell’università di Southampton fra 100 anni tutte le specie di molte comunità esistenti al giorno d’oggi saranno sostituite da nuove specie capaci di resistere a temperature più alte. Le specie che noi conosciamo ora potrebbero spostarsi quindi verso mari più freddi (sperando che non muoiano prima), dobbiamo quindi aspettarci una ridistribuzione delle specie che cambierà gli ecosistemi che conosciamo oggi.

Questa ricerca è stata pubblicata sul giornale Nature, ma anche noi in passato ne avevamo parlato partendo dalla ricerca del Living Blue Planet Report: Le condizioni del mare e dei suoi abitanti starebbero fortemente peggiorando

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