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Il morbo della Sirena

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L'acquario di Pietro Romano

Questo articolo vuole descrivere più approfonditamente una patologia già menzionata nel pezzo dedicato alle malattie dell’acquariofilo: il terribile Morbo della Sirena.

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Per onestà di cronaca, chi scrive ne è gravemente affetto.

Il primo studioso ad ipotizzarne l’esistenza fu il dott. Massimo Della Spesa che, sulla rivista specialistica “Coral no Moral”, descrisse il caso di un paziente che usciva puntualmente di casa per comprare del pesce al supermercato e, a tarda sera, rientrava con un carico di box contenenti pesci tropicali vivi. La moglie era costretta a riempire fino all’orlo la vasca da bagno per alloggiare i pinnuti, mentre la famiglia digiunava.

Quando ogni contenitore, compresi i cassetti colmi d’acqua, venne popolato da Acanturidi, Pomacantidi e Scorpenidi, l’uomo fu costretto a ricoverarsi nella clinica “Villa Gorgonia”.

Tuttavia, è dell’oceanografo italoamericano Shark Manibucate il merito del completo inquadramento scientifico del morbo.

L'acquario di Pietro Romano

Ecco quanto scrive sul prestigioso “Thanks for Tank”.

“Il sempre più facile accesso a negozi e serre ha tramutato il Morbo della Sirena da caso isolato ad incontrollabile epidemia. La contagiosità è altissima, tanto più che i malati tendono a radunarsi in gruppi, diffondendo l’agente patogeno. L’incubazione varia dai due minuti ai cinque anni poi, manifestatisi i sintomi, il male cronicizza.

Riguardo all’eziologia, ancora non è del tutto chiara la causa scatenante. Esistono ipotesi psicologiche di traumi infantili (mano incastrata nella boccia del pesce rosso, vista precoce di un atollo corallino o luna di miele dei genitori a Bora Bora), ipotesi traumatiche (ferita da Seriatopora hystrix, morso di Amphiprion), ipotesi sociali (vacanze al fiume, al lago o comunque in località d’acqua dolce)”.

L'acquario marino di Pietro Romano

Le recenti ricerche svolte presso i laboratori del CERN (Coordinamento Europeo Recupero Nanoreeffisti) confermano l’isolamento di un bacillo battezzato “Acrococcus dispendiosus”.

Esso risulta resistente ad ogni trattamento e tende a mutarsi ed ibridarsi con il virus “Rhinomuraena mastercard”.

Il luminare Veron Veronesi ci descrive i tipici tratti del sirenato:

“Il malato, al ritorno dal negozio di acquari, dopo una consistente spesa, giurerà che per un bel po’ non comprerà più nulla. Nottetempo, il blu dell’Acropora lasciata alla serra diverrà ben più intenso, brillante e fluorescente di quello dell’animale acquistato.

L'acquario marino di Pietro Romano

L’indomani tornerà alla rivendita e, brandendo carte di credito, libretto degli assegni e contante, farà incetta di ogni invertebrato compreso nella gamma tra il turchese ed il violetto.

Non passeranno molti giorni prima che il soggetto noti l’eccessiva uniformità cromatica della sua vasca e, mentre ordina on-line 18 modelli di plafoniera per esaltare al meglio i colori, telefona al negoziante di fiducia (in un orario compreso tra le 23.30 del sabato e le 7.15 della domenica) implorandolo di tenergli da parte quella taleina gialla… se poi c’è qualcosa di rosso, verde, arancione, bianco, perlato, indaco, vermiglio, glauco, senape, avorio, avio o ceruleo sarà anche meglio.

L'acquario marino di Pietro Romano

Il malato effettuerà anche il tentativo di ottenere un’immediata apertura fuori orario, rischiando il maltrattamento fisico”.
La diagnosi è relativamente semplice e l’esame indicato per l’accertamento della positività al morbo è la TAC (Test Accaparramento Corallino). Il sofferente è condotto in una serra dai recentissimi arrivi australiani di LPS ed SPS con 100 euro in tasca. Se il denaro evapora entro 47 secondi è inevitabile la terapia intensiva (Sirenite acuta fulminante).

Se, resosi conto dell’esiguità delle finanze, il soggetto appiccica il naso con bramosia al vetro espositivo e tenta di vendere l’automobile ai passanti per fare cassa, l’approccio deve essere chirurgico tramite amputazione degli arti (in questo caso si tratta di Sirenite cronica ad esito infausto).

L'acquario marino di Pietro Romano

La prevenzione con proposte alternative tipo: vasca di ciclidi africani, antozoi in silicone, pellegrinaggi mensili all’acquario di Genova, si è rivelata totalmente inefficace.

“Avere in famiglia un proprio caro affetto dal Morbo della Sirena – spiega la socioantropologa Dott.ssa Eunice Bentonica – è una prova durissima. Le Istituzioni, poi, non aiutano minimamente questi disperati. La promessa di buoni spesa, forniti dalla BCE (Beautiful Corals Enjoy), è rimasta lettera morta”.

L'acquario marino di Pietro Romano

E’ doveroso chiudere con l’accorato appello di Dolabella Von Wasser, presidentessa dell’OMS (Ocean Mission Saltwater): “Per ora siamo disarmati nella guerra al morbo. E’ necessario creare un cordone sanitario per contenere i casi, monitorarli, scongiurando la diffusione incontrollata.

Il soggetto malato, pur conoscendo la materia, è un bersaglio indifeso, in balia delle Sirene. Prego gli operatori del settore, negozianti, importatori, allevatori, di non mostrare al sofferente un ciottolo da pavimentazione e fargli notare come spolipa, i colori che spara fuori, le ricrescite di tonalità mai viste. Evitate tutto ciò; il poveretto potrebbe assaltare una diligenza per avere il vostro sasso!”.

L'acquario marino di Pietro Romano[Gli incredibili coralli a corredo dell’articolo sono state fatte nel magnifico acquario marino di Pietro Romano che potete vedere qui]

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8 COMMENTS

  1. Ciao Flavio,
    fin dalle prime righe avevo riconosciuto il tuo scritto che erroneamente era uscito a nome di Danilo.
    Lui si è giustificato dando colpa all’alzheimer ma secondo me voleva prendersi i complimenti come quello di Andrea ma essendo stato scoperto ha dovuto rimediare ^_^

    Dal mio canto è stato un problema leggere questo scritto seduto alla scrivania dell’ufficio (in un orario di via vai generale).

    Un cliente che aspettava del materiale ha notato un ghigno dopo aver visto nominato il dott. Massimo Della Spesa; lo stesso cliente ha notato che ho trattenuto una risata quando sono arrivato a Villa Gorgonia. Poi per fortuna questo cliente è uscito.
    Ho superato il CERN indenne, ma alla TAC sono scoppiato a ridere e in ufficio era densamente popolato al punto che uno mi ha chiesto cosa ci trovavo di comico nella fattura che gli stavo preparando.
    Ho sospeso temporaneamente la lettura per liquidare quel cliente ma appena terminato il mio compito sono tornato a leggere il post. Arrivato alla Dott.ssa Eunice Bentonica sono scoppiato a ridere e il cliente di prima (che si apprestava ad uscire dalla porta) si è voltato di scatto fissandomi (si sarà convinto che lo stessi prendendo in giro, chissà se lo rivedrò?)
    Facendo finta di nulla, mi sono ricomposto ed ho proseguito la lettura, sforzandomi di non lasciare trapelare nulla ma in chiusura, quando mi sono immaginato un ciotolo che spolipa bhe … non ho più figurandomi la mia persona con in mano un piede di porco che smonto il vialetto di Marco.

    Complimentoni, fantasticissimo articolo 😉

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