Home ACQUARIO DOLCE Il pH nell’acquario di acqua dolce – terza parte sui valori chimico-fisici

Il pH nell’acquario di acqua dolce – terza parte sui valori chimico-fisici

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A questo proposito dobbiamo introdurre una regoletta di base presente in qualsiasi manuale di chimica inorganica:

anidride + acqua = acido

Allora, traducendo per i nostri scopi, potremo affermare che:

Anidride carbonica + acqua = acido carbonico

Non era proprio quello che serviva per acidificare l’acqua assecondando il suo tampone carbonato? Dunque questo potrebbe essere un buon sistema… ma come lo mettiamo in pratica?

i valori chimici terza parte - pH basi tamponi e soluzioni

Utilizziamo un comune distributore di anidride carbonica disponibile in qualsiasi negozio specializzato. Si tratta di una bomboletta di anidride carbonica collegata ad un apposito distributore (anche di questo parleremo più diffusamente in futuro). Otteniamo così due vantaggi immediati: forniamo anidride carbonica alle piante e riportiamo il pH alla neutralità.

Infatti una parte significativa dell’anidride carbonica che aggiungiamo, sotto forma di bollicine gassose, si trasforma immediatamente in acido carbonico quando disciolta in acqua. In questo modo, peraltro, il pH resta molto stabile, perché abbiamo ripristinato il tampone. Quindi, finchè aggiungeremo bollicine di anidride carbonica il pH resterà regolato sui valori ideali, attorno a 7. Basterà dosare opportunamente la quantità di bollicine somministrate.

i valori chimici terza parte - pH basi tamponi e soluzioni

Se, invece, provassimo ad aggiungere uno dei tanti “acidificatori” liquidi, combineremmo solo pasticci. Innanzitutto le piante resterebbero senza la giusta dose di anidride carbonica. Inoltre, l’acido aggiunto andrebbe certo a legarsi agli ioni di carbonato disciolti, facendo precipitare dei sali. A seguito di tale precipitazione, il pH potrebbe divenire estremamente acido. Proprio il pH acido, però, potrà riportare in soluzione altri ioni ed a questo punto potremmo osservare un’immediata inversione di tendenza, con il pH che sale vertiginosamente. Talvolta si raggiunge rapidamente un pH 7.8-8.0 o anche superiore.

Se queste operazioni venissero effettuate in assenza di pesci e piante servirebbero solo a farci impazzire, inseguendo un pH ballerino! Se, invece, provassimo a produrre questi effetti innaturali in presenza di pesci e piante osserveremmo immediata mortalità.

Per questo motivo consigliamo vivamente di correggere il pH solo agendo sui tamponi, mai aggiungendo acidi o basi, direttamente all’acqua, perché questo innaturale processo produce danni irreparabili.

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Dunque partiremo da un’acqua contenente una giusta quantità di tamponi, ovvero, una certa durezza temporanea (ne parleremo più a fondo nella prossima puntata). Più alta la durezza temporanea, più anidride carbonica ci vorrà per neutralizzarla. Quindi, partendo da acque molto povere di sali (durezza bassa) basteranno poche bolle di anidride carbonica (2-3 bolle per minuto) per portare il pH alla neutralità. Se invece partiremo da acque dure (alta quantità di tamponi) potremo comunque arrivare alla neutralità dosando elevate quantità di anidride carbonica (5-10 bolle per minuto, secondo la durezza). La quantità di anidride carbonica dosata sarà comunque disponibile per le piante. Per questo motivo, volendo dosare elevate quantità di anidride carbonica senza dover leggere pH estremamente bassi, bisognerà usare un’acqua piuttosto dura. In generale, poiché non desideriamo aggiungere troppa anidride carbonica (peraltro alquanto costosa) preferiremo partire a acque abbastanza tenere e prive di sali disciolti: la ben nota acqua demineralizzata, mescolata a piccole quantità di acqua di rubinetto.

Tutto chiaro sino a questo momento? Lo speriamo vivamente!

In ogni caso, qualche difficoltà iniziale è più che normale: non abbiamo ancora presente l’intero quadro della situazione ed alcuni concetti possono apparire alquanto fumosi. Man mano che completeremo la descrizione degli altri valori dell’acqua il puzzle si farà più chiaro e saremo anche in grado di prevedere le modificazioni che ogni valore dell’acqua produce sugli altri. A questo punto potremo dominare la chimica del nostro acquario!

Acquario con scalari

Tuttavia, per giungere a questo risultato dovremo seguire le puntate successive. Arrivederci al prossimo articolo, allora.

Le altre parti del corso uscite finora:

Bibliografia:

valerio zupo chimica in acquario piacca durezza e altre storiePiacca, durezza & altre storie – Valerio Zupo

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